Abbinamento vino-piatto, cominciano gli incontri a Città del gusto Napoli con la Tenuta Scuotto

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tenuta scuotto città del gusto
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Gambero Rosso Academy Napoli ha creato un ciclo di appuntamenti dedicato all’Abbinamento Perfetto, pensando agli appassionati di cucina e di vino, che non si accontentano di imparare a cucinare e a cucinare piatti da chef, ma vogliono imparare anche a fare un abbinamento perfetto tra il piatto preparato e il vino da servire.

Durante questi incontri si alza l’asticella dell’esperienza gastronomica per soddisfare tutti i sensi e coinvolgerli in un gioco serissimo di abbinamento cibo vino. Saper abbinare un vino ad un piatto non è una cosa così immediata e solo la prova pratica al palato ci può dare la conferma che l’abbinamento sia riuscito. Il mondo dell’enogastronomia è un universo che coinvolge tutti sensi e per questo un corso di cucina non può escludere il giusto abbinamento con il vino.

Il primo appuntamento del ciclo ha visto l’incontro tra i piatti simbolo di Gualtiero Marchesi, uno chef che ha segnato la storia della cucina italiana e i vini di Tenuta Scuotto: un incontro inaspettato ma a dir poco perfetto! 14 appassionati di cucina, nelle aule professionali della Academy, hanno trascorso una serata all’insegna della convivialità e del divertimento, imparando a cucinare ricette d’autore, insieme ai principi dell’abbinamento cibo vino.

Lo chef Gualtiero Marchesi ha fatto la storia della cucina italiana e la sua lezione è stata raccolta ed interpretata dallo Chef Fabio Caiazzo, attuale chef del Gran Hotel Santa Lucia di Napoli, che ha avuto il privilegio di lavorare fianco a fianco con il maestro e durante questa serata ha condiviso la sua esperienza con i partecipanti, insegando loro a realizzare tre piatti che tutt’oggi portano la sua firma in tutto il mondo della gastronomia: l’insalata fredda di spaghetti al caviale, il risotto zafferano e foglia d’oro e il filetto di maialino su purea di mela annurca confit al timo limonato ed agrumi. In abbinamento sono stati proposti i vini di Tenuta Scuotto, che ha scelto di proporre un abbinamento azzardato quanto riuscito fatto esclusivamente di vini bianchi e in particolare: il Fiano di Avellino, il Greco di Tufo (premiati con due bicchieri nella guida vini Gambero Rosso) e il gioiello di famiglia, ovvero Oi Nì. Manifestazione liquida di un sogno enoico, un fiano dalle caratteristiche uniche. Fin dalla prima ricetta, l’abbinamento si è rivelato subito molto apprezzato. Il risotto zafferano e foglia d’oro ha sposato perfettamente la mineralità e i profumi del greco di Tufo. Tuttavia la sorpresa massima e il conseguente massimo apprezzamento si sono manifestati nei partecipanti quando hanno constatato “il sodalizio papillare” riuscitissimo fra il filetto e Oi Nì: un vino bianco! “Un vino complesso, ma pur sempre un bianco”…si mormorava! Da qui è nata la curiosità di sapere qualcosa in più sull’azienda protagonista di questa serata: Tenuta Scoutto e il suo rappresentante che si è simpaticamente e attivamente concentrato insieme a tutti i partecipanti alla preparazione dei piatti.

città del gusto abbinamento vini tenuta scuotto
città del gusto abbinamento vini tenuta scuotto

Tenuta Scuotto nasce dalla volontà di realizzare un sogno di famiglia: quello di creare un’attività imprenditoriale e diventare azienda vitivinicola. L’azienda nasce nel 2008 come azienda di trasformazione e persegue da subito un cammino di unicità, partendo dalla profonda vocazione dei suoi terreni situati a Lapio, terra di elezione per la produzione del Fiano. Adolfo Scuotto e suo padre, non si accontentano di fare un buon vino, vogliono farlo ad alti livelli! Il loro obbiettivo? Realizzare un fiano che sia unico per caratteristiche intrinseche del prodotto. Per questo parlare dell’azienda significa parlare in primis di uno dei sui vini rappresentativi: Oi Nì. Manifestazione liquida di un sogno enoico.
Questo vino rappresenta infatti meglio la realizzazione del sogno di famiglia: fare un produrre un grande vino bianco, un vino bianco che per caratteristiche, complessità e qualità potesse competere con il vino rappresentativo della Campania in Italia e nel mondo, il taurasi. Il Fiano infatti fra i vitigni a bacca bianca è quello più ricco di terpeni e per questo il più vocato all’invecchiamento.
Fermentazione in botti alsaziani per ameno 12 mesi, assenza di filtrazioni, due mesi in acciaio e almeno un anno in bottiglia: nasce così Oi nì. Manifestazione liquida di un sogno enoico. Un vino elegante, che si distingue subito per la pienezza e profondità. Un vino che unendo natura e tecnologia, d.n.a. e capacità umana ha la presunzione di voler raggiungere l’immortalità. Un vino che rappresenta anche al meglio la filosofia aziendale: pensare di qualità per produrre di qualità. Un vino che sin dalla sua nascita è stato subito notato dal mercato nazionale ed internazionale e che è stato pluripremiato.

Un vino che grazie alle sue caratteristiche si è prestato ad un ottimo abbinamento ad un piatto strutturato e complesso come il filetto di maialino su purea di mela annurca confit al timo limonato ed agrumi.