A lezione con Licia Granello: la Comunicazione Enogastronomica

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Giornalista de “La Repubblica“. Chi legge la Domenica , la conosce bene. Scriveva di sport, ora si occupa di Food. Torinese. simpatica. Non convenzionale. Licia Granello ha tenuto oggi la sua lezione al Master del Gambero Rosso. Moltissimi i temi toccati, primo fra tutti quello della necessità di comunicare il cibo.

Quante volte ci chiediamo cosa mettiamo in tavola? Se è sano, dietetico, salutare, da dove proviene? Non se ne parla abbastanza, la gente non si informa abbastanza. Appena scoppia il caso della mozzarella blu o della terra dei fuochi, le notizie impazzano sui giornali, rimbalzano sui social media, diventando il fulcro di ogni conversazione. Ma comunicare il cibo, non deve essere solo una comunicazione di emergenza. Diventa sempre più importante saper scegliere. E per farlo è necessario documentarsi, conoscere, leggere. Dall’altra parte, anche l’offerta di informazione dovrebbe diventare più approfondita sulla stampa generalista, e non più soltanto su quella di settore. Forse ad invertire la tendenza ci sta pensando un pò il web. Ma non basta: siamo in un’ epoca in cui produciamo più cibo di quello che mangiamo e in cui contemporaneamente la biodiversità sta scomparendo, in nome dell’agricoltura industriale. Ancora, viviamo in una società in cui tra un assaggio e un altro fa da padrona l’omologazione dei palati. Il piacere del mangiare si è trasformato nel mettere un pò più di sale e tanto zucchero. Sale e zucchero che la Granello chiama “le droghe del terzo millennio“.

E’ una questione di cultura. Coltivare la cultura del cibo significa non relegarla alle sterili sfide che dominano la scena televisiva. Diventa centrale il ruolo dei comunicatori nel trasmettere la fiducia sulle cose buone del cibo. Perchè il cibo è una passione, oltre che una necessità. Un altro tema da affrontare è sicuramente quello della valorizzazione del territorio, di quello che ci caratterizza. L’Italia ha un patrimonio culinario d’eccellenza. Basti pensare al boom che il turismo enogastronomico sta conoscendo, in costante crescita e in controtendenza rispetto ai trend economici generali. Bisogna offrire il meglio, quello che ci rende unici. Diversi.