L’asprinio di Aversa: alla scoperta di uno spumante da Re

L'asprinio di Aversa. Storia e peculiarità di uno dei vitigni storici della Campania, la cui fama risale ai tempi dei reali d'Angiò.

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©pixabay

Un vitigno dalle origini regali: storia e curiosità sull’asprinio di Aversa

La Viticoltura Italiana è tra le più apprezzate al mondo per la sua vastissima biodiversità. Di regione in regione possiamo trovare un’enorme varietà di vitigni, dietro i quali si celano segreti nascosti e tante curiosità sul Bel Paese. Tra questi, il caso dell’Asprinio di Aversa, un vitigno storico del panorama ampelografico Campano.

Uno spumante da Re

Le sue origini sono legate a numerosi aneddoti, molti dei quali ci riportano alla famiglia degli Angioini. Si narra che fu Roberto dAngiò in persona (re di Sicilia) a commissionare la ricerca di un vitigno adatto alla creazione di uno spumante che diventasse una valida alternativa alle rinomate bollicine francesi.

Fu così che il cantiniere di Corte, Louis Pierrefeu, identificò nei terreni vulcanici dellaversano un vitigno dalla spiccata acidità, unico nel suo genere. Nasceva così lAsprinio di Aversa, che ben presto sarebbe diventato lo spumante più amato dai reali dAngiò.

L’Asprinio di Aversa conserva tuttora un fascino daltri tempi. La sua fama, però, va oltre la semplice degustazione: il suo sistema di coltivazione ad alberate è noto per essere uno dei metodi più suggestivi al mondo.

In cosa consiste la coltivazione ad alberate ?

Il sistema di coltivazione ad alberate consiste nel far arrampicare i tralci delle viti intorno ad alti pioppi che fungono da tutori. In questo modo si creano delle barriere vegetali chiamate vigne maritate che possono arrivare fino a 20 metri di altezza .

Con la vendemmia si vede poi lentrata in scena dei cosiddetti uomini ragno, contadini specializzati che utilizzano scale di legno alte e strette per la raccolta dei grappoli a mano. Oltre ad essere uno spettacolo per gli occhi, è anche di fondamentale importanza per la buona resa del vino. Questo perché l’altezza aiuta a conservare un alto grado di acidità, fondamentale per la spumantizzazione, e permette di incrociare venti e brezze marine che danno forza e vitalità al grappolo. Successivamente l’ affinamento viene svolto in cantine di tufo a diversi metri di profondità, per mantenere la temperatura fresca e costante tutto l’anno.

L’asprinio di Aversa oggi

L’uva asprinio oggi viene coltivata nella zona di Aversa in provincia di Caserta e produce un vino molto secco e dai sentori citrici e agrumati. La sua spiccata acidità lo rende ideale per la spumantizzazione sia con il metodo charmat che con il metodo classico, ma dà ottimi risultati anche come vino fermo.

Un sorso di asprinio è un’ esperienza unica: un mix di acidità e pungenza che si tramuta in profumi delicati e persistenti. Esso trova, nella sua versione spumante brut, le caratteristiche ideali per labbinamento ad un simbolo della gastronomia campana: la mozzarella di bufala campana DOP.

L’Asprinio di Aversa, dunque, oggi è una realtà in continua evoluzione.  Pur essendo un vitigno considerato minore”, sgomitando cerca di farsi spazio con carattere tra i grandi blasoni della viticoltura italiana.

Non è un caso che le alberate aversane siano iscritte alla candidatura al Patrimonio Naturale e Culturale dellUnesco. Un progetto di valorizzazione del territorio, questo, che si intreccia con la riscoperta dei sapori più autentici della nostra terra. Quella che doveva essere una semplice alternativa allo champagne è diventata,dunque, simbolo di un territorio che ancora oggi urla al mondo intero la sua autenticità.

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