Si può spendere poco e mangiare bene?

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La prima domanda che un “gastronome averti” può sentirsi  fare è appunto questa: “Si può mangiare bene spendendo poco?”.  La risposta è no.  Il giornalista enogastronomico Allan Bay , pur di evitare l’argomento ed esser ringraziato, avrebbe schivato la domanda con una scelta di locali dove si mangia molto.
La questione è seria, perché mangiare bene, veramente bene, fa parte dei grandi piaceri della vita come la musica di Beethoven, l’amore o la notte stellata di Vincent van Gogh.  

Il primo aspetto che viene fuori da un business plan di un ristorante è che: vi sono spese fisse enormi che riguardano gas, elettricità, manutenzione, assicurazione, tasse di licenza, affitto ecc. Oltre a quanto già detto, va aggiunto il personale, molto spesso di passaggio,  e soprattutto una giacenza di beni che sono altamente deperibili. Lo Chef Anthony Bourdain avrebbe detto che: “il desiderio di possedere un ristorante può essere una strana e terribile malattia”.

Il secondo aspetto da tenere in considerazione è che un cuoco che vuole far da mangiare veramente bene riesce a creare un mix vincente derivante da studi, stages, ottima conoscenza della materia prima e  dalla sua capacità di scegliere dei bravi collaboratori. Naturalmente tutto ciò ha un impatto economico non indifferente.
Possiamo anche aggiungere la creatività e l’inventiva di uno Chef, ovvero, l’idea e la sua capacità di darle forma in un piatto.  La scienza definisce in questo modo la scoperta :  «consiste nel vedere ciò che tutti hanno visto e nel pensare ciò che nessuno ha pensato». Ciò che lo Chef mette insieme non sono due gusti, ma due idee, inoltre non inventa, ma scopre.

Altra storia è il nutrirsi, basta poco, pochi soldi per raggiungere il fabbisogno calorico e una sufficiente piacevolezza  con un cibo garantito dalle normative sanitarie.
Ma il mangiare bene, veramente bene, è un altra cosa.

 

Alessandro Ditommaso

 

 

Sono nato a Venosa piccolo borgo della Basilicata in provincia di Potenza. Mi sono laureato in Sociologia presso l’Università G.D’Annunzio di Chieti-Pescara portando come lavoro di tesi conclusivo una ricerca antropologia e sociologica su “ Gli usi alimentari a Venosa” avente come obiettivo il recupero della memoria gastronomica e la valorizzazione dello strumento di internet nella nostra web-society per attuare una condivisione gastronomica 2.0. Durante il percorso di studi ho avuto la possibilità di elaborare un progetto denominato “Strade del Vino” all'interno della Provincia di Pescara, che ha appunto avuto la finalità di rendere disponibile online un percorso enogastronomico.