La Pizza: che tradizione!

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Tutti credono che la pizza sia nata a casa Savoia nel 1889 quando il pizzaiolo Raffaele Esposito preparò la pizza per la regina Margherita di Savoia. In realtà le sue radici risalgono alla fine del Cinquecento ed inizi del Seicento, si ha notizia di una pizza soffice chiamata alla «mastunicola», ossia preparata con basilico, strutto, formaggio, foglie di basilico e pepe. In seguito si diffuse la pizza ai «cecinielli», ovvero preparata con minutaglia di pesce. La prima vera unione tra la pasta ed il pomodoro avvenne a metà del Settecento nel Regno di Napoli. Da allora la pizza ne ha fatta di strada e si  affermata a livello mondiale. Da tutto il globo infatti accorrono per gustare la famosa pizza napoletana che nel 2011 è stata candidata, da parte dell’Italia, per il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’Unesco. Nel luglio del 1994 Bill Clinton, in occasione del G7 tenutosi a Napoli, decise di addentrarsi nei i vicoli della città partenopea e di fermarsi nella storica pizzeria «Di Matteo» a via dei Tribunali. Ma la pizza ha recitato anche insieme a Julia Robert nel film «Mangia, prega, ama» che è stato girato nell’antica pizzeria «da Michele», al cui interno un cartello dice «Non fa pizze complicate». Per non parlare di quando nel 2014 Kevin Spacey, attore, la distribuì durante l’evento del Premio Oscar. La pizza napoletana ne ha subite di trasformazioni e girando nelle pizzerie partenopee si possono trovare versioni più moderne come l’aggiunta di baccalà o l’uso dei pomodorini del piennolo, che a qualcuno potrebbe sembrare un sacrilegio, ma che invece contraddistingue la nota «Pizzaria La Notizia» di Enzo Coccia, o la pizza con il conciato romano, formaggio casertano, che ha stregato uno dei giudici più spietati di Master Chef, Joe Bastianich, che passeggiando sul lungo mare Caracciolo si fermò da «Gino Sorbillo». Impossibile dimenticare il caso «Forkgate» che interessò il sindaco di New York, Bill De Blasio, che fu beccato a mangiare la pizza con le forchette e che poi tornò sui suoi passi mangiandola con le mani.

Storica pizzeria di Napoli è «Pellone» nota da più di dieci anni per essere stata luogo di un cruento agguato camorristico, ma bisogna dare spazio anche al nuovo che non sempre non è sinonimo di tradizione. La neo-nata «50 Kalò» di Ciro Salvo vanta un impasto fresco e leggero e ingredienti selezionatissimi.  Se parliamo di piazza fritta si può scegliere di mangiarla dalla «Masardona» servita al banco o ai pochi tavolini in via Capaccio Giulio Cesare.

 

Leggi il Bando della V edizione a.a. 14-15