Antonia Klugmann, l’equilibrista

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Antonia Klugmann, come un’equilibrista, cammina sicura su linee di confine. Lo fa ogni giorno cavalcando territori di prossimità. Da poco più di un anno si è trasferita nella cucina all’Argine di Vencò, a Dolegna del Collio, lì dove Italia e Slovenia si sfiorano. Dove culture e usanze diverse si sovrappongono, respingono o incontrano.

Ma Antonia ha saputo dar spazio al fare funambolesco anche fuori dalle mura del suo Ristorante, sotto le luci di Identità Golose 2016. Muovendosi, in questa circostanza, sulle creste di confini non geografici. Ha dimostrato di saper procedere, in equilibrio, su quei fili sottili e ruvidi, che tengono assieme la creatività, la libertà e la femminilità. Lasciando che le mani parlassero con lei e di lei mentre, con naturalezza ed emozione, impastava cucina e narrativa di fronte ad un attento pubblico milanese.

Come si relazionano libertà, femminilità e creatività?

“La libertà oggi è non dover dimostrare la propria particolarità, è lavorare in quanto cuoche e non in quanto donne. L’obiettivo di una donna deve essere la propria realizzazione intellettuale, lo sviluppo del proprio mondo interiore con la creatività e il lavoro, grazie a stimoli continui che riempiano la vita e la mente”.

In questa prima istanza Antonia scandisce la voce per affermare che è il momento di porre fine agli abusatissimi luoghi comuni rimarcanti le differenze di genere. E’ giunta l’ora di narrare dell’altro. Di sondare il terreno complesso dell’immaginazione umana, per esempio. Di provare a capire da cosa scaturiscano le idee e di individuare quale sia oggi il modo migliore per esprimerle.

La creatività è l’espressione del genio di un singolo?

“Le idee, anche le più apparentemente isolate, sono frutto di un pensare comune”.

Il creativo, cuoco o narratore che sia, deve muoversi con destrezza sulla regnatela della creatività. Anzi, dev’essere lui stesso a tesserla, attingendo dalla comunità in cui è inserito. Per bandire ingiuste autoaffermazioni e consentire che l’opera, così come il piatto, rappresenti a tutti gli effetti una ‘porzione di mondo’. Lo sono sicuramente anche quei raviolini arrostiti, ripieni al tarassaco, conditi con piccole biete, pak choi e erbe spontanee, che Antonia ha preparato mentre, ricordando le parole di Virginia Woolf, ci descriveva il suo luogo ideale e attuale di ispirazione creativa. Una stanza, tappezzata di stimoli, erbe, ortaggi, profumi, persone. E’ la sua stanza, tutta per sé, a Vencò.

Giulia Zampieri

 

Classe 1993, padovana d'origine e quasi parmigiana d'adozione. Da quando mi sono avvicinata al mondo dell'enogastronomia non l'ho più lasciato: prima con esperienze nei caldi ambienti di cucina, poi nell'ambito redazionale e dell'organizzazione di eventi. Ed è grazie al cibo e al vino che da quattro anni sto esplorando l'Italia. Ho conseguito la Laurea in Scienze Gastronomiche e attualmente frequento a Napoli il Master in Comunicazione Multimediale dell'Enogastronomia promosso da Gambero Rosso e UNISOB.