I Caffè-concerto a Napoli: nascita della Canzone Napoletana

0
530
Caffè concerto illustrato
Illustrazione di un musicista in un caffè

Nella città partenopea, la relazione tra musica e caffè è stata particolarmente accesa. Un tempo, i bar erano luoghi di ritrovo per gli attori, i poeti e i musicisti della città. 

La Birreria Monaco

Situata nell’area dell’attuale Piazza del Municipio era un luogo elegante e, nonostante il nome e il fatto che si servisse anche un ottima birra, non era altro che uno dei più famosi Caffè-concerto di fine ‘800. Qui fu organizzato, per la prima volta, uno spettacolo musicale ad opera di Luigi De Santis e Giuseppe Resi.

Caffè del Commercio

Sembrerebbe più probabile che sia stato il Caffè del Commercio, attivo centro di cultura fino al 1884, ad aprire le porte alle esibizioni canore. In un’intervista del 1913, Luigi Stellato afferma che ‘Tra i maestri che vi suonarono c’erano Francesco Paolo Tosti, Pietro Mascagni, Vincenzo Valente, Edoardo Di Capua e altri ancora.’

Proprio ai tavolini di questi Caffè-concerto sono state scritte alcune delle canzoni napoletane più famose, come ‘Marechiare’, ‘Luna Nova’, ‘Maria Mari’, ‘O Marenariello’ e ‘O Sole Mio’.

Caffè Croce di Savoia

Il Caffè Croce di Savoia, era un punto di ritrovo per cantanti, poeti e musicisti. In questo locale, si riunivano a notte fonda per parlare di spettacoli e di canzoni. Per ideare nuovi progetti e sognare il successo e la notorietà. Alfredo Falcone Fieni, autore dei testi di alcune tra le più belle canzoni napoletane, come ‘O bene cchiù d’o bbene’ e ‘A cardenia’, cercava la melodia del grande successo che lo avrebbe fatto passare alla storia della canzone napoletana.

Adolfo Narciso, nel suo libro Varietà dell’Ottocento, ricorda come Fieni raggiunse l’obiettivo con ‘Uocchie c’arraggiunate‘. Era la vigilia di Natale e il poeta era intento a leggere la sua ultima poesia, quando il musicista Vincenzo Valente si avvicinò e chiese di poterla musicare. Ecco il racconto del giornalista come testimone diretto: 

Tutti approvammo e, stringendoci di intorno al poeta ed al musicista, le congratulazioni fioccarono. Dopo un poco Falvo isolatosi in un angolo, con i versi del poeta dinanzi, leggeva e sommessamente canticchiava. Di botto si alzo e, ravvivandosi soddisfatto il ciuffo mascagnano, esclamò: «Il ritornello è bello e pronto! Ascoltatelo!!».Una curiosità gioiosa s’impadronì di noi tutti. In un attimo, quanti erano nel Caffe si alzarono e facendo circolo intorno ai due autori silenziosamente attesero. Mascagnino, con la sua voce simpatica cantò: Ecchi ve po’ scurdà, uocchie c’arraggiunate,senza parlà?

Applausi fragorosi scoppiarono nella sala… Il ritornello fu ripetuto quattro o cinque volte… Falvo e Aldredo Falcone si abbracciarono… Ed i bicchierini di rosolio e anice con la relativa tradizionale mosca furono tracannati con avidità…

Conclusione

I Caffè-concerto napoletani hanno avuto un ruolo importante nella nascita della canzone napoletana. Questi locali hanno fornito un luogo di incontro per gli artisti della città. Si potevano scambiare idee e collaborazioni nella creazione di nuovi spettacoli e canzoni. Grazie alla loro vitalità, hanno contribuito a diffondere la cultura musicale della città, delineando uno dei patrimoni musicali più importanti d’Italia.