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Benefici delle Noci: Dal Gusto alla Salute

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Le noci sono molto più che un semplice snack: offrono un’incredibile gamma di benefici per la nostra salute. Benefici delle noci: dal gusto alla salute, queste piccole gemme marroni arricchiscono la nostra alimentazione, apportando energia e nutrienti fondamentali.

I benefici delle noci non si limitano alla salute, ma includono anche il loro sapore ricco e la versatilità culinaria. Le noci sono apprezzate per il loro gusto leggermente burroso, perfetto da sole o come ingrediente in numerose ricette. La loro croccantezza aggiunge un tocco speciale a piatti come insalate, yogurt, dolci o piatti salati. Che si tratti di un pesto alternativo o di un delizioso pane fatto in casa, le noci dimostrano sempre la loro versatilità.

Quando si parla dei benefici delle noci per la salute, uno degli aspetti principali è la loro composizione ricca di grassi sani, in particolare gli acidi grassi omega-3, noti per i loro effetti protettivi sul cuore. Consumare regolarmente noci può aiutare a ridurre il colesterolo LDL (quello “cattivo”) e migliorare la salute cardiovascolare, abbassando il rischio di malattie cardiache.

Le noci sono una fonte importante di proteine vegetali e fibre, essenziali per il controllo del peso e per favorire il senso di sazietà. Inoltre, sono ricche di vitamine e minerali fondamentali come la vitamina E, il magnesio e il potassio, che supportano il corretto funzionamento dell’organismo. Questi benefici delle noci le rendono una scelta eccellente per chi cerca un’alimentazione sana ed equilibrata.

Un altro aspetto fondamentale dei benefici delle noci riguarda il loro impatto sul benessere mentale. Gli acidi grassi omega-3 contenuti nelle noci sono cruciali per la salute del cervello. Diversi studi dimostrano come consumare noci possa aiutare a migliorare la memoria, la concentrazione e a ridurre i sintomi di ansia e depressione.

Integrare le noci nella propria dieta è un modo semplice e gustoso per migliorare la salute generale. Consumate come snack o aggiunte nelle ricette quotidiane, le noci rappresentano una scelta nutrizionale vantaggiosa. Grazie alla loro croccantezza e agli incredibili benefici per la salute, è facile capire perché le noci siano così amate.

Il Fungo porcino: protagonista nei piatti e nelle sagre autunnali

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L’arrivo dell’autunno coincide con il saluto all’estate, al caldo e ai bei piatti freschi gustati in riva al mare. In compenso questa stagione dal clima sempre più incerto ed imprevedibile che come Caronte ci traghetta dall’estate all’inverno, ci offre la certezza di deliziarci con una grande quantità di prodotti gastronomici che nulla hanno da invidiare ai loro simili delle altre stagioni. Zucca, castagne, nocciole, carciofi, broccoli ma anche agrumi, mele e pere sono solo alcuni dei protagonisti di questa stagione che riempiono le nostre tavole e danno vita alle ricette più gustose del periodo. Ma l’attore principale, colui che mette d’accordo l’intera nazione da nord a sud e in ogni fascia d’età è sicuramente lui: il fungo porcino. Il Boletus edulis, volgarmente indicato come porcino, è un fungo edule della famiglia Boletaceae ed è la specie più conosciuta della sezione Edules. Solitamente il fungo porcino nasce tra Maggio e Giugno e predilige boschi di querce e castagno o faggete ed abetaie di alta montagna, ma è tra Settembre ed Ottobre che la sua presenza arriva al culmine. Il più famoso nella famiglia dei funghi, considerato da molti il fungo per eccellenza, è un alimento notevolmente versatile. Si presta ad una miriade di preparazioni e piatti ideale sia in antipasti sfiziosi che come condimento per paste fresche o primi al forno più elaborati, ma anche come semplice contorno da accompagnamento ad un secondo di carne. Perfetto anche per l’essiccamento o per la conservazione sott’olio o sott’aceto. Per gli amanti del fungo porcino sono tante le sagre in Campania che lo vedono protagonista in questo periodo. Tra tutte segnaliamo la sagra dei funghi di Cusano Mutri che si terrà fino al 13 Ottobre 2024 in cui si potranno trovare numerosi stand gastronomici con piatti a base di funghi porcini. Da non perdere anche l’appuntamento con la sagra della castagna igp e del fungo porcino di Roccamonfina che dal 5 Ottobre al 3 Novembre sarà meta irrinunciabile per gli amanti del prodotto, offrendo cinque weekend alla scoperta di prelibatezze e tanto intrattenimento.

 

 

Il Fiano di Avellino: alla scoperta della vendemmia Campana

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Fiano d’Avellino: Il Vino della Vendemmia Campana

Con l’arrivo dell’autunno, le colline campane si tingono di colori caldi e dorati, segno che è tempo di vendemmia. Tra le varietà di vino che brillano in questa stagione, il Fiano d’Avellino occupa un posto di rilievo, non solo per la sua storia secolare, ma anche per la sua versatilità e il suo profilo aromatico unico.

Il Fiano d’Avellino è un vitigno autoctono della Campania, particolarmente coltivato nelle province di Avellino, Benevento e Napoli. Questo vino bianco si distingue per le sue caratteristiche organolettiche, che spaziano da note floreali a sentori di frutta secca e agrumi, con una mineralità che riflette il terroir vulcanico della zona. La vendemmia avviene generalmente tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, quando le uve raggiungono la giusta maturazione, consentendo di esprimere al meglio le loro potenzialità.

Durante la vendemmia, l’atmosfera nei vigneti è carica di attesa e gioia: i viticoltori e i raccoglitori si muovono tra le vigne, selezionando a mano i grappoli migliori. Questo processo è fondamentale per garantire che solo le uve di alta qualità vengano utilizzate nella produzione del vino. Il Fiano d’Avellino, infatti, è conosciuto per la sua capacità di invecchiamento, evolvendosi e arricchendosi di complessità nel corso degli anni.

Un aspetto interessante del Fiano è la sua versatilità gastronomica. Questo vino si abbina splendidamente a piatti di pesce, crostacei, ma anche a ricette più complesse come risotti ai funghi o carni bianche. La sua freschezza e il suo equilibrio acido lo rendono un compagno ideale per esaltare i sapori della cucina campana, spesso ricca di ingredienti freschi e genuini.

Inoltre, il Fiano d’Avellino è un vino che racconta una storia: quella della tradizione vitivinicola di una terra che, con passione e dedizione, ha saputo mantenere vive le proprie radici. Durante le settimane della vendemmia, molte cantine organizzano eventi e degustazioni, offrendo l’opportunità di scoprire questo tesoro enologico e di immergersi nella cultura locale.

Quindi, se vi trovate in Campania in questo periodo dell’anno, non perdete l’occasione di assaporare un calice di Fiano d’Avellino. Che si tratti di una visita in una cantina o di una cena in un ristorante tipico, questo vino saprà conquistarvi e farvi apprezzare ancor di più il patrimonio gastronomico e vitivinicolo di questa splendida regione.

Le Castagne: Un tesoro autunnale tra Tradizione e Gusto.

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Uno dei simboli autunnali per antonomasia è: “la castagna”, che fin dall’antichità è uno dei frutti che è sempre stato presente sulle tavole degli italiani, infatti, è consuetudine consumare le castagne fra amici, all’arrivo del vino novello. Le castagne sono i frutti del albero Castanea, ricche di storia e significato offrono non solo un sapore unico, ma anche una serie di benefici nutrizionali e culturali.

Proprietà nutrizionali

Le castagne sono un alimento altamente nutriente. A differenza delle noci e delle nocciole, sono povere di grassi e ricche di carboidrati complessi, rendendole una buona fonte di energia. Contengono vitamine del gruppo B, vitamina C, minerali come potassio, magnesio e ferro, oltre a fibre utili per la digestione. Grazie al loro basso indice glicemico, le castagne sono adatte anche a chi deve controllare i livelli di zucchero nel sangue.

Uso culinario

In cucina esse si prestano a moltissimi tipi di cottura. Possono essere consumate cotte al forno, bollite o frullate. In molte regioni d’Italia si preparano piatti tipici come il “marrone” glassato o la famosa “castagnaccia”, una torta che esalta il sapore di questo frutto. Inoltre, la farina di castagne è un ingrediente prezioso nei prodotti senza glutine e viene utilizzata nella pasta, nei dolci e nel pane.

Aspetti culturali e tradizioni

Le castagne sono anche simbolo di feste e tradizioni popolari. In molte regioni d’Italia l’autunno è caratterizzato dalle sagre delle castagne, eventi che celebrano il raccolto e coinvolgono le comunità. Durante questi eventi è tipico gustarsi caldarroste e partecipare a balli e canti, creando un clima di festa e condivisione.

Conclusione

Le castagne sono più di un semplice alimento, infatti, rappresentano un profondo legame con la terra e le tradizioni locali. La loro versatilità in cucina, unita al loro valore nutrizionale e culturale, ne fanno un frutto pregiato e amato. In un mondo che dimentica facilmente le proprie radici, le castagne ci ricordano l’importanza della natura e della comunità, rendendo ogni assaggio un momento di gioia e di allegria.

 

XIV Edizione del Master Universitario in Comunicazione Multimediale dell’Enogastronomia

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Nell’era digitale in cui viviamo, la comunicazione è un elemento cruciale per il successo di qualsiasi settore, l’enogastronomia è uno di questi.
Il Master universitario di I livello in Comunicazione Multimediale dell’Enogastronomia – digital Marketing for Food and Beverage (anno accademico 2023/2024), nasce dalla sinergia dell’Università degli Studî Suor Orsola Benincasa (Napoli) e il Gambero Rosso (il network del cibo e del vino più autorevole e articolato presente sul mercato).
Questo percorso di studio è rivolto a tutti coloro che vogliono affacciarsi sul panorama enogastronomico.

La parola chiave per il successo è  il DIGITAL MARKETING: il marketing basato sull’utilizzo sinergico di strumenti digitali interattivi che permette di realizzare campagne di comunicazione infinitamente più precise di quelle tradizionali (Treccani).

Obiettivi del master:
  • Formare professionisti in grado di sviluppare strategie di comunicazione digitali efficaci nel settore enogastronomico
  • Fornire competenze avanzate nelle più recenti tecnologie e strumenti digitali.
  • Stimolare la creatività nella presentazione visiva e narrativa dei prodotti enogastronomici.

Gli sbocchi lavorativi sono molteplici, dal comunicatore esperto nel settore Food capace di comunicare e valorizzare, in modo professionale, le tipicità enogastronomiche locali, fino all’organizzazione di eventi enogastronomici.

Il corso sarà svolto con modalità mista: prevede 1.500 ore (60 CFU): 33 giornate di lezioni teoriche (pari a 264 ore), 24 giornate di laboratori sensoriali ed audio-video (pari a 200 ore), 3 visite guidate (pari a 24 ore), 3 mesi di stage (pari a 400 ore) project work, studio individuale, test intermedi on line, prova conclusiva.
Le lezioni sono svolte e tutorate da professionisti e da esperti del settore.
I moduli che saranno trattati durante tutta la durata del master sono:


A) Lezioni Frontali

  • Modulo I: Antropologia della gastronomia
    • Storia e antropologia della gastronomia
    • Sostenibilità alimentare e Green Economy
  • Modulo II: Comunicazione e Marketing enogastronomico
    • Teorie e tecniche della comunicazione e della pubblicità
    • Marketing Managment
    • Web Marketing
    • Comunicazione audiovisiva
    • Foto e Video per il food and beverage
  • Modulo III: Giornalismo, Ristorazione, Critica ed eventi enogastronomici
    • Editoria Critica
    • Food Web Writing e Giornalismo
    • Organizzazione Eventi nel mondo del food e del wine

B) Laboratori sensoriali: Conoscere & degustare: riconoscere la qualità

  • Analisi sensoriale: tecniche di degustazione
  • Laboratori sensoriali sulla tipologia e qualità
  • Il mondo del vino
  • Laboratori audiovisivi

C) Visite guidate

D) Stage:

  • Lezione di Media Training e Public Speaking “Come organizzare un colloquio di lavoro”
    • “training on the job” di 3 mesi presso il Gambero Rosso, le Città del gusto e altre importanti aziende partner: un’opportunità reale per completare il percorso formativo con una significativa esperienza nel mondo del lavoro

I posti a disposizione per questo percorso di studi sono solo 20, la domanda di partecipazione solo ed esclusivamente online, collegandosi all’indirizzo https://areaoperativa.unisob.na.it, termine prorogato al 12/02/2024 per copertura posti vacanti.

Diventa padrone del tuo futuro ed iscriviti alla XIV edizione del Master Universitario in Comunicazione Multimediale dell’Enogastronomia, Digital Marketing for Food and Beverage.
www.unisob.na.it/enogastronomia

 

Monfortino: Il Vino più Costoso d’Italia

IL MONFORTINO l’eccellenza italiana.

Il Monfortino è considerato il vino più costoso d’Italia, il prezzo di una bottiglia può arrivare a superare i 1000 euro.

Questo vino ha una lunga storia che si intreccia con quella del territorio di produzione, il Piemonte.

Azienda Produttrice del vino più costoso d’Italia:

Il Monfortino viene prodotto dall’azienda vinicola Giacomo Conterno, il più costo d’Italia.

Situata nel comune di Monforte d’Alba, in provincia di Cuneo.

La famiglia Conterno ha una tradizione vitivinicola che risale al XIX secolo, ed è stata una delle prime ad adottare la filosofia del vino in purezza, ovvero la produzione di vini senza miscelazione di uve di diverse varietà.

Tipo d’uva del vino italiano più costoso:

Il Monfortino viene realizzato con uve Nebbiolo.

La stessa varietà utilizzata per la produzione del celebre Barolo, e viene affinato per più di cinque anni in botti di rovere.

La particolarità di questo vino sta nella grande capacità di invecchiamento, che lo rende un vero e proprio tesoro enologico da conservare e assaporare nel tempo.

LA STORIA:

La storia del Monfortino risale agli anni ’50, quando il nonno di Giacomo Conterno, Giovanni, decise di selezionare le uve migliori delle vigne di proprietà, dando vita così al primo Monfortino.

Il successo fu immediato, tanto da diventare uno dei vini più apprezzati dai collezionisti e dagli appassionati di tutto il mondo.

Il Monfortino è stato protagonista di molte sfide enologiche, tra cui quella del celebre Wine Spectator, che nel 2002 ha organizzato una degustazione alla cieca dei migliori vini del mondo degli ultimi 50 anni.

Il Monfortino ha stravinto la competizione, superando il celebre Château Lafite Rothschild e molti altri grandi nomi.

ATTUALMENTE:

Oggi il Monfortino è un vino raro e pregiato, prodotto in quantità limitate e disponibile solo in annate eccezionali. altro motivo per cui è il vino più costoso d’Italia.

La sua fama ha fatto sì che il prezzo di una bottiglia raggiunga cifre astronomiche, che possono superare i 1000 euro.

NON SOLO IL COSTO:

Ma il costo non è l’unico aspetto che rende il Monfortino un vino particolare. La sua qualità è indiscutibile, e dipende da molteplici fattori.

Tra cui il suolo argilloso e calcareo delle colline di Barolo, l’esposizione al sole, l’altitudine delle viti e la selezione accurata delle uve.

Il Monfortino è un vino che richiede pazienza e attenzione nella sua produzione, ma che offre emozioni indimenticabili a chi lo degusta.

Il suo gusto è complesso, con note di frutta rossa matura, spezie, tabacco e cuoio.

La consistenza è rotonda e seducente, accompagnata da un tannino strutturato ma morbido.

 

ECCELENZA ENOLOGICA ITALIANA:

Il Monfortino è dunque un vino che rappresenta l’eccellenza enologica italiana, la cui fama si è diffusa in tutto il mondo.

La sua storia e la sua qualità fanno di questo vino un tesoro da conservare e apprezzare nel tempo, un simbolo della grande tradizione vitivinicola del Piemonte e dell’Italia intera.

Con questo ultimo articolo voglio ringraziare in particolare il Professore Quirino Picone per l’opportunità di esprimere attraverso i miei articoli i vari ambiti del mondo dell’enogastronomia mondiale.

Senza dubbio una grande esperienza dal punto di vista dell’espressione multimediale scritta.

Grazie a tutte quelle persone che hanno dedicato del tempo alla lettura dei miei 17 articoli che sono stati opportunamente pubblicati ogni lunedì dall’inizio del Master Multimediale dell’Enogastronomia – Phygital Edition, aggiungendo uno per martedì 6 Giugno dedicato alla eccellenza enologica del vino italiano.

Grazie, alla prossima

by Jose Antonio Del Rivero

Le Bevande Preispaniche

LE BEVANDE PREISPANICHE

Le bevande preispaniche sono un importante tesoro culturale della gastronomia messicana che riflettono non solo la sua storia e le tradizioni, ma anche la ricchezza della sua terra.

Una di queste bevande preispaniche è il Pozol, consumato dagli antichi popoli Maya e Aztechi.

IL POZOL, bevande preispaniche:

Il Pozol era una bevanda a base di mais, cacao e acqua.

In tempi antichi, il Pozol era utilizzato come una sorta di stimolante.

In quanto le sostanze presenti nel cacao aiutavano a mantenere alta l’energia fisica e mentale.

Ancora oggi il Pozol è ancora consumato in alcune aree del Messico come una bevanda tradizionale.

Bevande preispaniche: IL TEJATE

Un’altra bevanda preispanica molto conosciuta è il Tejate, originaria degli stati di Oaxaca e Puebla. Questa bevanda è fatta con mais, cacao, semi di mamey e fiori di rosita de cacao, mescolati insieme fino a ottenere una pasta densa.

Successivamente, la pasta era diluita con acqua e si ottiene un liquido cremoso e schiumoso, simile al latte.

Il Tejate, era considerato una bevanda sacra dai popoli preispanici ed era utilizzata durante i rituali religiosi.

Il Pulque è un’altra bevanda preispanica che ha una storia molto lunga.

Ottenuto dalla fermentazione del succo dell’agave. Il Pulque era considerata una bevanda sacra dai popoli preispanici e veniva usato durante i rituali religiosi.

Inoltre, la bevanda era anche utilizzata come medicina naturale per curare diversi malanni.

IL TEJUINO  

Il Tejuino è una bevanda originaria dello stato di Jalisco, fatta a base di mais, acqua, zucchero e limone.

Questa bevanda è fermentata ed è molto comune durante le feste e le celebrazioni, soprattutto nella stagione estiva.

IL TEPACHE

Infine, il Tepache è una bevanda originaria degli stati del Messico centrale e meridionale, fatta a base di ananas, zucchero di canna, cannella e chiodi di garofano.

Il Tepache è fermentato per circa tre giorni e poi consumato come bevanda fresca e gassata.

In generale, queste bevande preispaniche rappresentano una parte importante della storia e della cultura del Messico.

Oggi, molte di queste bevande sono ancora popolari tra la popolazione locale e sono state rese disponibili anche a un pubblico internazionale, come bevande esotiche da provare.

Inoltre, queste bevande rappresentano anche un’importante fonte di turismo gastronomico per il Messico, poiché molte persone visitano il paese per conoscere le bevande tradizionali e sperimentarne il loro sapore unico.

by Jose Antonio Del Rivero

Giappone: I Gelati più Costosi al Mondo

I Gelati Giapponesi: I più costosi al mondo

Il Giappone è conosciuto per le sue prelibatezze gastronomiche, dai ramen alle prelibatezze a base di pesce fino alle prelibatezze a base di riso e adesso per i suoi gelati più costosi al mondo.

Ma il Paese del Sol Levante non è solo famoso per i suoi piatti salati: i dolci sono altrettanto importanti e spesso sono una vera e propria arte culinaria.

E tra i dolci giapponesi più famosi ci sono i gelati, che variano in modo sorprendente dai classici cremosi alle innovative varietà a base di tè matcha o wasabi.

Tuttavia, ci sono due gelati giapponese che superano tutti gli altri in fatto di costi, tanto da essere considerati i gelati più costosi al mondo:

Il GELATO più costoso al mondo:

Si chiama “The Black Diamond” ed è venduto esclusivamente al Ristorante Suzuhiro Kamaboko Honten di Hokkaido.

Il prezzo per una porzione di questo gelato, del peso di 5 grammi, è di ben 1000 dollari, quasi 850 euro.

Il suo prezzo elevato è dovuto alla presenza di alcuni ingredienti pregiati, come il cioccolato belga e il caviale di Beluga, che è uno dei più costosi al mondo.

Carbone di Bambu Nero

Ma la cosa che rende The Black Diamond così speciale è il suo ingrediente principale: il carbone di bambù nero, un superalimento conosciuto per le sue proprietà benefiche per la salute grazie alla sua alto contenuto di minerali, antiossidanti e assorbitore di tossine.

Il carbone di bambù è infatti utilizzato nella medicina tradizionale giapponese per il suo potere purificante e disintossicante.

Il gelato, dal colore completamente nero, é servito su di una coppetta di vetro di Murano, altri uno dei tesori italiani considerati fra i piu’ notevoli del mondo. La coppetta è decorata con foglie d’oro 24 carati.

Come è stato prodotto questo gelato così pregiato?

Gli ingredienti sono mescolati in una struttura in acciaio inox in modo da ottenere una miscela omogenea e cremosa.

Il cioccolato belga viene fuso e poi lavorato con il carbone di bambù nero, fino ad ottenere un composto liscio e vellutato.

Caviale di Beluga 

Infine, il caviale di Beluga si aggiunge al composto per conferirgli un sapore unico e raffinato. Il tocco finale è fornito dalle foglie d’oro 24 carati che decorano la coppetta.

Il Ristorante Suzuhiro Kamaboko Honten di Hokkaido, dove The Black Diamond viene venduto in esclusiva, è stato fondato nel 1865.

The Black Diamond è un prodotto di lusso destinato a un pubblico esclusivo, che può permettersi di spendere cifre esorbitanti per vivere un’esperienza sensoriale unica.

Un gelato sorprendente per il suo sapore e per la sua bellezza, che unisce sapori tradizionali giapponesi a elementi di alta cultura italiana, come la coppetta di vetro di Murano e le foglie d’oro.

L’ALTRO GELATO più costo al Mondo: Byakuya

“notte bianca” è un gelato giapponese che si è affermato negli ultimi anni come altra prelibatezza di lusso, ma è anche un’opera d’arte culinaria che racconta una storia affascinante.

La storia inizia con la creazione di Cellato, un’azienda giapponese specializzata nella produzione di gelati di alta qualità, che ha deciso di creare un prodotto veramente unico.

Lungo tempo di ricerca e sperimentazione, sono stati richiesti per il gelato Byakuya.

Una creazione che unisce sapori pregiati con uno stile grafico senza precedenti.

Gelati più costosi al mondo e le loro caratteristiche:

La particolarità di Byakuya “notte bianca” è la sua presentazione: il gelato è servito in una coppetta di cristallo trasparente e decorato con un motivo di fiori di ciliegio in cera d’api bianca e d’oro.

Questo rende il prodotto unico e sorprendente non solo dal punto di vista del gusto, ma anche dell’estetica.

Storia del Gelato più costoso al Mondo:

Ma c’è di più dietro la creazione di questo gelato: la storia raccontata dalla decorazione floreale a base di cera d’api.

Il motivo di fiori di ciliegio rappresenta la primavera giapponese, un simbolo di rinascita e nuova vita dopo l’inverno.

Ma la cera d’api ha un significato ancora più profondo: era un materiale utilizzato tradizionalmente per creare i sigilli del samurai, cioè l’emblema che contrassegnava l’identità di una persona.

Ha suscitato l’interesse di molti appassionati di gelato e di gastronomia, tanto da diventare una vera e propria icona di haute cuisine giapponese.

Il tema del samurai e della sua filosofia si riflette anche nel sapore del gelato.

La prelibatezza è preparata con ingredienti rari che ne aumentano il prezzo alle stelle. Tra questi spiccano i tartufi bianchi, coltivati ​​ad Alba, in Italia.

Questo conferisce al gelato un sapore delicato e raffinato, che richiama la filosofia di vita del samurai, basata sulla semplicità e l’eleganza.

Gli ingredienti del gelato più costoso del mondo:

Il gelato, oltre ad avere tartufi detti “diamanti bianchi”, è preparato a base di Parmigiano Reggiano. Inoltre, ha “skekasu”, un ingrediente simile a una pasta, derivato dal processo di produzione delle fecce di sake, un prodotto tradizionale giapponese.

A sua volta, secondo il sito Cellato, “la lieve dolcezza dell’incenso al ginjo conferisce all’aroma del tartufo bianco un sapore complesso”.

Per concludere questa lussuosa esperienza di gusto, il gelato è decorato con foglia d’oro commestibile e olio al tartufo bianco.

La robusta fragranza del tartufo bianco riempie la bocca e il naso, seguita da sapori complessi e fruttati di Parmigiano Reggiano. Le fecce di sake completano la gloriosa esperienza di gusto.

Un’esperienza culinaria di lusso ghiacciata

Produrre i gelati più costosi al mondo non era l’unico obiettivo dell’azienda.

Ma piuttosto la sua missione era quella di creare “un’avventura culinaria che fondesse ingredienti europei e cibi tradizionali giapponesi”.

Il dessert è confezionato in un modo che accompagna l’esperienza di lusso.
Con un contenitore di vetro e un cucchiaio di metallo realizzati a mano dagli artigiani di Kyoto.

Questo utensile ha materiali usati per la costruzione di templi e santuari. E sono realizzati con due diversi modelli, che sono consegnati a caso.

Indicazione per il Consumo:

Consumare il gelato più costo al mondo conta su altrettanta precisione. Poiché Cellato stabilisce passaggi meticolosi per controllare come devi essere mangiato una volta arrivato.

Dall’azienda viene indicato che i clienti devono versare l’olio al tartufo bianco nel dolce e mescolare fino a quando non è abbastanza liscio da poterci inserire il cucchiaio.

Se la consistenza è troppo dura, si consiglia di lasciare scongelare il gelato a temperatura ambiente o di cuocerlo nel microonde per 10-20 secondi.

Al momento, il dessert è disponibile per la vendita solo in Giappone.

Questo prezzo elevato lo rende un prodotto destinato a pochi, ma il suo valore come opera d’arte culinaria e simbolo di cultura giapponese lo rende al tempo stesso un oggetto di grande fascino.

In Giappone, il gelato è considerato un piacere estivo, ma Byakuya “notte bianca” è qualcosa di più: è un’esperienza sensoriale che racchiude la ricchezza culturale e culinaria del Giappone.

Questo è ciò che rende questo prodotto così speciale e attraente per gli amanti della gastronomia.

Un piatto unico, che rappresenta l’eccellenza culinaria e artistica di due degli Stati piu’ prestigiosi del mondo: il Giappone e l’Italia.

Il Formaggio Casu Marzu: Pericolo in Bocca

Il Formaggio Casu Marzu

Il formaggio Casu Marzu è un formaggio tipico della Sardegna, prodotto da secoli secondo una tradizione antichissima, ma il formaggio Casu Marzu: pericolo in bocca.

Questo formaggio è noto per il suo sapore deciso ed intenso, che lo rende particolarmente pregiato ma anche molto pericoloso per la salute.

La produzione del casu marzu avviene seguendo un processo di fermentazione che ne aumenta la sapidità.

Le Uova della Mosca del Formaggio Casu Marzu

Dopo essere stato sottoposto ad un trattamento termico, il queste viene riposto in luoghi umidi e caldi. Dove vengono poste le uova della mosca del formaggio, la Piophila casei.

Le uova si schiudono poi in larve, che penetrano all’interno del formaggio per nutrirsi delle proteine del formaggio, dando vita ad un formaggio peculiare, colmo di sapori e profumi intensi.

Il pericolo del Casu Marzu riguarda proprio la presenza di questi insetti all’interno del formaggio

Rischio a la Salute del Casu Marzu

Le larve si nutrono del formaggio stesso e del grasso contenuto al suo interno, creando all’interno di queste delle cavità dove hanno la libertà di muoversi e mangiare.

La loro presenza può causare rischi per la salute umana: ci sono diversi casi di infezioni e malattie causate dal casu marzu, tra cui tifo e botulismo.

Casu Marzu Proibita la Vendita

Per questo motivo, il Casu Marzu non è molto amato dalle autorità sanitarie europee, che hanno proibito la sua vendita e produzione sul territorio europeo.

Ci sono molte controversie riguardo a questa decisione delle autorità europee, in quanto il Casu Marzu.

Queste rappresenta una tradizione e un patrimonio culturale molto importante per i sardi. Che vedono questa proibizione come una sorta di attacco alla loro identità culturale.

In ogni caso, la produzione del Casu Marzu è ancora molto diffusa in Sardegna, e in alcune zone lontane dai grandi centri urbani è ancora possibile acquistare questo dai contadini locali.

Tuttavia, l’accesso a questo tipo di formaggio è molto difficile, e molte persone preferiscono evitare di consumare il Casu Marzu per evitare possibili rischi sanitari.

La Passione dei Sardi per il Casu Marzu

Nonostante questo, la passione dei sardi per il Casa Marzu è ancora forte, e ogni anno si tiene a Thiesi, in provincia di Sassari, una festa dedicata a questo formaggio.

Durante la sagra, possono essere assaggiati vari tipi di formaggi peculiari della Sardegna, ma il Casu Marzu è certamente il protagonista indiscusso.

In questa occasione, è possibile assistere alla produzione tradizionale del Casu Marzu, apprezzando l’antica arte dei pastori sardi che ancora oggi lavorano per mantenere vive le tradizioni locali.

In Conclusione,

il Casu Marzu rappresenta un patrimonio culturale e gastronomico molto importante della Sardegna.

Ma la sua produzione e il consumo devono essere gestiti con grande attenzione per evitare problemi di salute.

La proibizione europea del Casa Marzu non ha fatto altro che alimentare la sua leggenda e la sua storia.

Rendendolo ancora più pregiato e amato dai sardi, che vedono nella sua produzione una forma di resistenza culturale e di salvaguardia delle proprie tradizioni.

Mangiare Insetti?: “Niente di Nuovo Sotto il Sole”

Mangiare Insetti: Una Cucina di Secoli

La Cucina Mesoamericana è stata caratterizzata per secoli dalla presenza di insetti. Mangiare insetti era una parte integrante della dieta quotidiana.

Gli Aztechi, per esempio, includevano teschenita (formiche), Axayácatl (cavallette) e chinicuiles (vermi di maggi), nella loro alimentazione.

Insetti Fonte di Proteine Essenziale:

La Cucina Mesoamericana, così come mangiare gli insetti sono state sempre molto buone per la salute.

I Mesoamericani vedevano gli insetti come una fonte di proteine ​​essenziale, in particolare in periodi di carestia o di bassa disponibilità di altri alimenti.

Cucina Mesoamericana: Mangiare Insetti

Inoltre, la caccia agli insetti era considerata un’importante attività sviluppata dai giovani per acquisire abilità nella cattura di prede e imparare tecniche di sopravvivenza nella natura.

Gli insetti erano consumati freschi o essiccati al sole, in molti casi dopo essere stati puliti e tostati.

Ad esempio, i bruchi si dividevano in due parti pulite, lavate e poi disidratate su un focolare.

Successivamente, erano arrostiti e macinati con spezie e semi di zucca per creare una polvere di proteine ​​dai sapori intensi.

Mangiare Insetti: Come sono integrati 

Ci sono molti modi in cui gli insetti sono stati integrati nella cucina mesoamericana.

Le cavallette erano spesso tagliate e usate come ripieno per i tamales, un piatto tradizionale fatto di mais avvolto in foglie di banana o mais, e cotto a vapore.

Altre formi di lavorazione includono la frittata di Formichella i tacos di formiche fritte, e spiedini di locuste fritti e serviti con guacamole.

Gli Aztechi svilupparono anche una bevanda a base di moscerini di saggezza (stifled chili) e fico d’India, conosciuta come “chaluda”, che era utilizzata per le cerimonie religiose.

Negli anni ’60, il consumo di insetti era diminuito in Messico, a causa dell’introduzione di alimenti industrializzati e di nuovi stili di vita urbani.

Tuttavia, negli ultimi anni, il consumo di insetti ha visto una rinascita grazie all’interesse crescente per la sostenibilità e un accesso facilitato a informazioni sulla loro nutrizione e sicurezza.

Delizia Culinaria:

Nella cucina gli insetti continuano ad essere considerati una delizia culinaria in Messico e in altri paesi della regione.

Inoltre, molti chef ora includono la insetti nei loro menu come cibo gourmet.

In Sintesi:

Gli insetti hanno una lunga storia nella cucina mesoamericana, essendo considerati una fonte di proteine ​​essenziale per molte generazioni.

Sebbene la loro popolarità sia diminuita nel corso degli anni. Il consumo di insetti è oggi tornato in auge grazie all’interesse per la sostenibilità e la nutrizione.

La cucina mesoamericana è un esempio di come le culture possono utilizzare tutte le risorse a disposizione per produrre alimenti nutrienti e gustosi per i loro consumatori.