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Piperna: l’ingrediente segreto dietro le prelibatezze ischitane

Paese che vai erba che trovi…Forse il proverbio non recita esattamente così, ma se parliamo di piperna non possiamo che pensare al legame stretto con l’isola di Ischia. Si, perchè questa particolarissima pianta aromatica che cresce sulle coste del Mar Mediterraneo, ha scelto l’isola termale Campana come sua prima casa.

Origini e caratteristiche 

La Piperna è una pianta che nasce spontaneamente, vero e proprio simbolo del territorio ischitano. Si tratta di un’erba aromatica la cui denominazione scientifica è “Thymus Serpyllum” ovvero Timo Selvatico; secondo la saggezza popolare ne differisce leggermente, diventando una specie a sè. La si può trovare anche in zone costiere del mar Mediterraneo, ma è, per l’appunto, ad Ischia che cresce rigogliosa e riesce a dar vita a piatti ed amari dal gusto forte e balsamico, sapori che richiamano la terra, l’aria e la luce nella quale questa particolare pianta vive. La pianta ha un’altezza di circa 30 cm., ha rami eretti e cespugli con foglioline profumate di verde intenso mentre i suoi fiori, dal colore bianco al rosa fino al violetto, sbocciano a primavera inoltrata (da aprile) e durano anche fino a settembre.

La piperna e Ischia

Non si conosce il motivo per cui questa pianta abbia deciso di stabilirsi proprio su quest’isola. Sicuramente predilige un suolo con un buon tasso di umidità e l’origine vulcanica dell’isola potrebbe essere stata un punto a favore nella scelta. La piperna riesce a sopportare piuttosto bene sia i climi molto rigidi che quelli molto caldi e afosi, inoltre è in grado di tollerare anche gli agenti atmosferici e per questa ragione è possibile lasciare la pianta all’aperto durante tutto l’arco dell’anno.

Utilizzi

La versatilità rende questa erba utilizzata in diversi ambiti. Il primo è sicuramente il più semplice poichè è quello decorativo: la pipernia è una pianta molto piacevole alla vista, soprattutto nel periodo della sua fioritura ed inoltre emana un piacevole odore che, soprattutto negli ischitani, evoca ricordi d’infanzia. Il secondo campo è quello curativo: il suo utilizzo apporta diversi benefici alla salute. In antichità veniva usata a scopo medicale per curare le ferite grazie alle sue proprietà antibatteriche o anche per alleviare raffreddori e infezioni del tratto respiratorio. Inoltre tra i suoi giovamenti vi è anche quello di essere un potente antiossidante grazie al contenuto di flavonoidi e polinsaturi fondamentali per una buona circolazione. Ultimo ma non ultimo è l’ambito sicuramente più apprezzato: quello della cucina. Chi almeno una volta nella vita è stato a Ischia ricorderà certamente il suo utilizzo nelle proposte enogastronomiche peculiari dell’isola.

La piperna nella cucina ischitana

Molti non lo sanno, ma la nostra amata pianta aromatica è il segreto che si cela dietro quello che indiscutibilmente possiamo definire il piatto per eccellenza dell’isola: il coniglio all’ischitana. Ad oggi la tradizione vuole che il coniglio venga cucinato all’interno di una pentola di terracotta facendo rosolare le parti dell’animale con l’aglio e le erbe aromatiche, quali appunto la Piperna, maggiorana, basilico e peperoncino. Il pomodoro che viene utilizzato è il Vesuviano o il Pachino, il tutto sfumato dal vino bianco locale. Un altro prodotto locale molto utilizzato, questa volta interamente a base di piperna è l’amaro. Combinazione perfetta tra un liquore e un digestivo, è adatto a qualsiasi occasione ed ha un profumo intenso e un sapore morbido e delicato. Grazie al suo deciso potere aromatizzante e alle importanti proprietà digestive e depurative si presenta come un perfetto fine pasto; stimola l’appetito, favorisce la digestione e l’assimilazione dei grassi.

 

 

La Tradizione Enogastronomica di Novembre: Sapori e Ricette dal Cuore dell’Autunno

Novembre è un mese in cui la tradizione enogastronomica regna sovrana, infatti, invita al raccoglimento e alla convivialità, arricchito da piatti che rispecchiano la tradizione e i prodotti della terra. Questo periodo dell’anno offre un ricco ventaglio di ingredienti autunnali che affondano le radici in antiche usanze culinarie, ancora oggi apprezzate nelle nostre cucine.

La Festa di San Martino e il Vino Novello

L’11 novembre si celebra San Martino, una ricorrenza legata non solo alla storia del santo, ma anche al vino novello. In molte regioni italiane, si usa brindare con questo vino giovane, dal sapore fresco e fruttato, abbinato a piatti semplici come le caldarroste. Il vino novello accompagna alla perfezione formaggi stagionati, salumi e piatti della tradizione contadina.

Castagne e Legumi: Un Binomio Rustico e Nutriente

Le castagne sono le regine dell’autunno, presenti sulle tavole in numerose varianti. Si consumano arrostite, nei dolci come il castagnaccio, o nelle zuppe e nelle minestre. Le ricette a base di castagne sono ricche di storia: nelle zone montane, un tempo, questo frutto era un alimento base durante i mesi freddi. Le minestre di legumi come fagioli e ceci, arricchite con castagne, sono piatti nutrienti che scaldano il corpo e rinfrancano lo spirito.

La Polenta: Simbolo di Tradizione

Novembre è il mese perfetto per gustare la polenta, preparata lentamente e condita in vari modi: con sughi di carne, funghi o formaggi fusi. In molte regioni, la polenta rappresenta un piatto simbolo della cultura contadina, un comfort food che unisce e racconta storie di famiglie riunite attorno al fuoco.

Dolci di Novembre: Le Delizie Autunnali

Se si parla di tradizione enogastronomica di Novembre, non si può non menzionare i dolci tipici. Il pane dei morti, diffuso specialmente in Lombardia e preparato per commemorare i defunti, è un dolce speziato a base di mandorle, uvetta e spezie come la cannella. Le fave dei morti, biscotti secchi a base di mandorle, si trovano in diverse varianti lungo tutta la penisola.

Le Zuppe Contadine: Calore e Tradizione

Le zuppe sono un altro caposaldo della cucina di novembre. Minestroni a base di cavolo nero, patate e fagioli sono spesso arricchiti con crostini di pane e un filo d’olio extravergine d’oliva. Questi piatti non solo riscaldano nelle giornate fredde, ma rappresentano anche un ritorno alle origini, quando la cucina di recupero e la semplicità erano virtù necessarie.

Conclusione

La cucina tradizionale di novembre è un viaggio tra i sapori autentici e i racconti di un passato che ancora vive nelle nostre case. Portare in tavola questi piatti significa non solo nutrirsi di sapori intensi, ma anche riscoprire il legame con la terra e le tradizioni familiari.

I Kiwi: un’esplosione di gusto e benessere

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Origine e caratteristiche

Con l’arrivo del mese di novembre, arrivano sulle nostre tavole tante gustose novità. Uno dei protagonisti indiscussi è sicuramente il kiwi. Originario della Cina, deve il suo nome ad un animale simbolo della Nuova Zelanda: un uccello incapace di volare e la cui forma ricorda appunto quella del frutto.

Esistono due varietà di kiwi: quella verde e quella gialla. Nel nostro Paese, la prima è di sicuro quella maggiormente consumata. Si presenta con una buccia pelosa di color marrone, dalla forma ovale e all’interno una polpa verde dal sapore delicato e leggermente acidulo. La seconda varietà, detta anche “gold”, è caratterizzata da una buccia liscia, la polpa gialla e un sapore decisamente più dolce. Nonostante le differenze, tutti e due presentano al loro interno dei semi piccoli e neri disposti intorno al fulcro centrale bianco del frutto.

Il periodo di raccolta del kiwi si attesta tra novembre e giugno, anche se, grazie all’importazione da altri paesi, è possibile trovarlo sul mercato quasi tutto l’anno.

Benefici per la salute

Oltre ad essere incredibilmente saporito, il kiwi contiene un’infinità di benefici per la salute.

  • Ricco di vitamine: il kiwi è ricco di vitamina C, un nutriente indispensabile per la salute del nostro organismo e per la prevenzione di infezioni. Contribuisce a mantenere la pelle e le ossa in salute.
  • Fibre alimentari: contiene circa 2-3 grammi di fibre per 100 grammi. Questo concorre ad una buona salute digestiva, prevenendo la stitichezza e promuovendo la regolarità intestinale.
  • Varietà di minerali: tra questi ritroviamo potassio, fondamentale per la regolazione della pressione sanguigna; fosforo, essenziale per ossa e denti; calcio, alleato della salute ossea; magnesio, per una corretta funzionalità muscolare e nervosa.

Conclusione

In sintesi, il kiwi si presenta come un frutto non solo delizioso, ma anche ricco di nutrienti fondamentali per il benessere. La sua varietà, dal sapore fresco e unico, lo rende un’aggiunta versatile a molti piatti e un’opzione ideale per uno spuntino salutare. Con i suoi numerosi benefici per la salute, il kiwi merita un posto di rilievo nella nostra dieta quotidiana.

Inoltre, è incredibilmente versatile: puoi consumarlo a colazione, in uno yogurt, come frullato, in una macedonia o come marmellata. Insomma, non ti resta che liberare la tua fantasia!

L’ intelligenza artificiale e il food

L’ intelligenza artificiale e il food

L’intelligenza  Artificiale sta pian piano rivoluzionando  il mondo del food e dell’alimentazione, offrendo soluzioni sempre più  personalizzate rivolte alle  necessità e ai bisogni dei clienti.

Nel mondo  del food, della ristorazione e  dell’industria alimentare, l’Al riduce l’errore umano e crea un percorso di lavoro più organizzato e standard. Le cucine utilizzano I’ai per ottimizzare i processi delle fasi di preparazione, legate  soprattutto  alla  cottura e  alla conservazione degli alimenti.

L’intelligenza artificiale: la robotica intelligente in cucina

La robotica, l’ai, diventeranno sempre più presenti nel mondo della ristorazione.

La creazione e produzione di veri e propri robot, da inserire in cucina, che non solo possono apprendere ricette, regolare temperatura ma  riescono anche a ridurre gli sprechi in cucina.

I robot intelligenti; infatti,  sono  capaci di prendere il posto dell’uomo  eseguendo  attività manuali standard e ripetute nel tempo.

Nel futuro saranno sempre più presenti robot in grado di preparare  in autonomia il cibo e  di garantire un livello di sicurezza più elevato.

Grazie all’intelligenza Artificiale si potrà  monitorare ogni fase di processo e di creazione di un prodotto,  dalla provenienza dell’alimento, dal luogo di trasformazione ed esportazione  fino ad arrivare al cliente finale.

I modelli predittivi dell’Intelligenza Artificiale saranno sempre più personalizzati e andranno ad intercettare  gli andamenti del mercato di quel momento  e i gusti dei consumatori, che si evolvono sempre più.

I consumatori oggi, sono più attenti e informati.

la raccolta di analisi e utilizzo dei dati per la ristorazione

La raccolta e l’analisi dei dati permettono ai ristoratori e agli chef di prevedere le tendenze del mercato e i gusti dei clienti.

Infatti, l’ Ai potrà essere utilizzata per   prevedere le nuove  tendenze legate ai gusti dei consumatori e potrà  aiutare lo chef a creare dei  menù  che intercettino si adattino ai gusti del cliente. Permetterà anche di creare  ricette  personalizzate sulla base dei gusti del cliente.

Attraverso la raccolta di informazioni  si potranno creare  cibi  utili e  indicati, come ad esempio possibili rimedi per la malnutrizione,  diete specifiche e personalizzate , ma  non solo anche cibi che hanno capacità benefiche per la salute o lo  sviluppo di ricette che saranno in grado di offrire una nutrizione più sana e sostenibile per il pianeta.

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I Cereali Autunnali: Risotti, Farro e Orzo

Con l’autunno, la cucina si arricchisce di piatti caldi e confortanti. In questo periodo, i cereali autunnali, come riso, farro e orzo, diventano protagonisti, offrendo non solo sapore, ma anche numerosi benefici nutrizionali. Questi cereali versatili si prestano a una varietà di preparazioni, come zuppe, insalate e piatti unici.

Risotti autunnali                                                                                                          Il risotto, ad esempio, è uno dei piatti più amati, grazie alla sua cremosità e alla capacità di abbinarsi perfettamente agli ingredienti autunnali.  E’ molto più di un semplice piatto; è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. Il risotto è un piatto ideale per riunire le persone. Che sia una cena in famiglia o una festa con amici, servire un risotto crea un’atmosfera di convivialità. Quando  ci siediamo attorno al tavolo, non solo condividiamo il cibo  ma anche le storie e le risate. È un modo per rafforzare legami, ricordando che il cibo ha il potere di unire. Le varianti più popolari, sono: risotto alla zucca, risotto ai funghi porcini e risotto al radicchio e taleggio.

Il farro in cucina                                                                                                             Il farro è ricco di fibre, vitamine, minerali e proteine. Ha un contenuto di glutine inferiore rispetto al grano moderno. Il suo profilo nutrizionale lo rende un alimento saziante e benefico per la digestione, per il sistema cardiovascolare e per il sistema immunitario.
Il farro si utilizza principalmente in forma di chicco o sotto forma di farina. I chicchi di farro possono essere utilizzati in una grande varietà di piatti: dalle zuppe e minestre  alle insalate fredde, che lo vedono combinato con verdure, legumi o proteine animali come il pesce. La farina di farro è perfetta per pane, pasta, focacce e dolci, conferendo un sapore leggermente nocciolato.

L’orzo versatile                                                                                                           L’orzo è una buona fonte di carboidrati complessi, proteine, fibre e vari minerali. Contiene anche vitamine del gruppo B e un tipo di fibra solubile chiamata beta-glucano, che ha effetti benefici sulla salute.
L’orzo si presta a diverse preparazioni: nelle zuppe, particolarmente comuni nella cucina italiana, nelle insalate fredde insieme a verdure fresche e in piatti unici. La farina di orzo è anche usata per la produzione di pane, biscotti e focacce. L’orzo può essere usato anche per preparare una bevanda sostitutiva del caffè, l’orzo solubile.

Benefici autunnali                                                                                                        In conclusione, i cereali autunnali offrono benefici nutrizionali significativi. Il riso è privo di glutine e ricco di carboidrati, mentre il farro apporta fibre e vitamine del gruppo B. Allo stesso modo, l’orzo aiuta a regolare la digestione e stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue. In sintesi, cereali come risotto, farro e orzo sono fondamentali nella cucina autunnale, poiché sono ideali per preparare piatti gustosi e salutari che riscaldano le serate più fresche.

Tapas vs antipasti: una sfida tra sapori e tradizioni mediterranee

Quando si parla di cucina mediterranea, due delle tradizioni culinarie più celebrate sono senza dubbio quella spagnola e quella italiana. Entrambe raccontano storie di culture, ingredienti e convivialità. Due cucine molto diverse tra loro, ma che presentano anche tanti tratti comuni. Basti pensare alle famosissime “tapas” spagnole che in qualche modo potremmo provare a rapportare ai nostri amati antipasti. Sebbene entrambe le categorie rappresentino l’arte del “mangiare condividendo”, le loro origini, presentazioni e sapori offrono un’interessante opportunità di confronto.

Origini e cultura

Le tapas hanno radici profonde nella cultura spagnola. Si narra che la parola “tapa” derivi dal termine “tapar”, che significa coprire. L’usanza era di coprire i bicchieri di vino con un pezzo di pane o un piatto, per proteggerli da polvere e insetti. Questo gesto si è evoluto in una vera e propria cultura, in cui le tapas sono diventate un modo di socializzare e gustare diversi sapori in un solo pasto. Oggi, le tapas sono un simbolo della cultura spagnola, riflettendo la varietà e la ricchezza delle diverse regioni del paese.

Gli antipasti italiani sono molto più di un semplice inizio pasto; rappresentano una celebrazione della cultura gastronomica del paese, ricca di sapori, colori e storie. Questi piatti, spesso serviti in porzioni piccole, offrono un’anticipazione dei sapori che seguiranno, ma possono anche costituire un pasto completo per chi desidera assaporare una varietà di delizie. Il termine “antipasto” deriva dal latino “ante pastum”, che significa “prima del pasto”. Questa portata ha il compito di stimolare l’appetito, e le sue origini risalgono ai banchetti romani, dove si servivano diverse pietanze prima del pasto principale.

Ingredienti e varietà

Le tapas possono variare a seconda della regione spagnola. Si possono trovare piatti a base di pesce, carne, verdure e legumi, come le famose patatas bravas, i gambas al ajillo (gamberi all’aglio), le albóndigas (polpette) o le famose croquetas de jamon (crocchette di jamon). Queste piccole porzioni invitano a sperimentare diversi sapori in un’unica serata.

Gli antipasti italiani, invece, possono comprendere una vasta gamma di piatti, come il prosciutto crudo e il parmigiano, ma anche specialità regionali come le bruschette o i ciccioli emiliani. La freschezza degli ingredienti è fondamentale, con un uso prevalente di olio d’oliva, aceto balsamico e erbe aromatiche.

Presentazione e consumo

Entrambe le tradizioni promuovono un’esperienza di condivisione. Le tapas, servite in piccole porzioni, invitano a mescolare e abbinare vari piatti, rendendo il pasto un momento di convivialità. Gli italiani, con la loro cultura dell’aperitivo, adottano un approccio simile, spesso condividendo una selezione di antipasti prima del pasto principale. La modalità di consumo è, invece, un aspetto che distingue queste due tradizioni. Le tapas vengono spesso servite in modo informale, permettendo ai commensali di assaporare vari piatti in un’unica occasione e creando una piacevole atmosfera dove il cibo si unisce al vino e alla conversazione. In Italia l’antipasto è spesso presentato in modo più strutturato, con piatti disposti artisticamente su un grande vassoio. Sebbene ci sia comunque un senso di condivisione, gli antipasti possono essere serviti come un momento di preparazione al pasto, creando una transizione verso i piatti principali. Spesso, gli antipasti vengono accompagnati da vini locali, rendendo l’esperienza culinaria ancora più ricca.

Cibo è condivisione

Sebbene, come visto, le tapas spagnole e gli antipasti italiani abbiano origini e tradizioni diverse, entrambi rappresentano un modo di godere del cibo e della compagnia. Sia che si tratti di un bicchiere di vino rosso con una selezione di salumi italiani o di una “copa de sangria” ghiacciata con una varietà di tapas, entrambe le esperienze offrono un assaggio della ricca cultura gastronomica mediterranea. Indipendentemente dalla scelta, ambedue invitano a gustare del cibo creando condivisione, unendo persone e culture attraverso il piacere della tavola.

Il Sushi: La Moda Culinaria che Ha Conquistato il Mondo

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Negli ultimi anni, il sushi ha smesso di essere un semplice piatto giapponese per diventare una vera e propria moda culinaria globale. Dai ristoranti stellati alle catene di fast food, il sushi ha trovato il suo posto nel cuore e nei palati di milioni di persone. Ma cosa ha scatenato questa passione per il sushi?

Originario del Giappone, il sushi è un piatto che combina riso cotto a vapore con pesce crudo, frutti di mare, verdure e talvolta frutta. Sebbene le sue radici risalgano a secoli fa, il sushi ha guadagnato popolarità internazionale solo negli ultimi decenni. Il suo fascino è dovuto alla freschezza degli ingredienti, all’estetica dei piatti e alla varietà di combinazioni disponibili.

Negli anni ’80 e ’90, il sushi ha iniziato a farsi conoscere in Occidente, inizialmente apprezzato da un pubblico di nicchia. Tuttavia, negli anni 2000, il suo consumo è esploso, diventando un simbolo di cucina sana e trendy. La crescente attenzione per la salute e la dieta equilibrata ha sicuramente contribuito alla sua diffusione: il sushi è spesso visto come un’opzione leggera e nutriente, ricca di omega-3 e povera di grassi.

Un altro fattore che ha portato al successo del sushi è la continua innovazione nel settore. Ristoratori e chef hanno iniziato a sperimentare con ingredienti non tradizionali, dando vita a creazioni uniche come il sushi al mango, il sushi vegetariano e persino il sushi fritto. Queste reinterpretazioni hanno reso il sushi accessibile a un pubblico più ampio, attirando anche coloro che magari non avrebbero mai provato il pesce crudo.

Anche durante la pandemia, il sushi ha mantenuto la sua popolarità. Le persone hanno scoperto il piacere di preparare sushi a casa, dando vita a un nuovo trend: il “sushi homemade”. Video tutorial e ricette sono diventati virali, incoraggiando un approccio più personale a questo piatto tradizionale.

Oggi, il sushi non è solo un piatto giapponese, ma un vero e proprio simbolo di una cultura culinaria globale. La sua versatilità, freschezza e la capacità di adattarsi alle tendenze moderne lo rendono un’opzione sempre più amata.

Che tu sia un appassionato di sushi o un principiante, non c’è mai stato un momento migliore per esplorare questo affascinante mondo di sapori e consistenze.

 

Giornata Mondiale della Pasta: Una Celebrazione Globale

La Giornata Mondiale della Pasta del 25 ottobre è dedicata a uno degli alimenti multiuso più amati al mondo: la pasta. Ispirata alla ricca tradizione culinaria italiana, la giornata non solo celebra la pasta in tutte le sue forme, ma promuove anche l’importanza di una dieta equilibrata e sostenibile. Con oltre 600 forme di pasta e infinite possibilità di sughi, la pasta è diventata un simbolo gastronomico globale, che unisce culture e tradizioni diverse. In questa giornata, ristoranti e chef di tutto il mondo organizzeranno eventi, degustazioni e corsi di cucina per mostrare i diversi modi di preparare e mangiare la pasta.

 

PASTA E BENESSERE

Oltre a essere deliziosa, la pasta è un alimento familiare, nutriente e adattabile a diversi stili di vita e preferenze alimentari. È una fonte ideale di carboidrati complessi come fonte di energia e può essere facilmente combinata con verdure, legumi e proteine. Negli ultimi anni, la pasta si è evoluta nei suoi ingredienti per soddisfare le esigenze delle persone con particolari preferenze alimentari, come ad esempio essere a base di legumi, senza glutine o prodotta con cereali integrali. La Giornata Mondiale della Pasta è anche un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui benefici di una dieta equilibrata, incoraggiare il consumo di prodotti freschi e locali e promuovere pratiche di produzione alimentare sostenibile.

 

CONVIVIALITA E CULTURA

Infine, la celebrazione della pasta è più di un’esperienza culinaria, è una vera e propria esperienza culturale. In molte regioni d’Italia, la pasta è al centro delle tradizioni familiari e dei rituali collettivi, che vengono trasmessi di generazione in generazione. Ogni piatto ha una sua storia e riflette l’identità e il patrimonio culturale delle diverse regioni. In questa giornata speciale, potrete partecipare a eventi e dimostrazioni che evidenziano l’importanza della pasta nelle culture gastronomiche di tutto il mondo e scoprire come un alimento semplice possa unire le persone. La Giornata Mondiale della Pasta non è solo un tributo al cibo, ma anche una celebrazione della convivialità e del piacere di stare insieme a tavola, rendendo ogni pasto un momento da condividere e ricordare.

Il Torrone dei morti: una storia tutta napoletana

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Chi negli ultimi giorni si è trovato a passeggiare per Napoli avrà sicuramente notato, tra gli scaffali dei supermercati e nelle pasticcerie, la comparsa del torrone dei morti. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un dolce, una sorta di lingotto di cioccolato, con un ripieno morbido e la presenza di nocciole o altri tipi di frutta secca. È tradizione che questo tipo di dolce venga consumato alla fine del pranzo del giorno dei Santi oppure venga offerto in regalo.

Ma…da dove nasce questa usanza? E perché viene chiamato torrone dei morti? Continua a leggere per scoprirlo!

La storia

Al giorno in cui si commemorano i defunti sono legate, nelle diverse regioni di Italia, svariate tradizioni culinarie. In tempi antichi, si riteneva che nella notte tra il 1° e il 2 novembre, i morti tornassero a far visita ai loro cari. Per questo motivo, non era strano trovare nei cimiteri, sulle lapidi o, in alcuni casi, su una tavola nella stanza più bella della casa, due fette di pane con un po’ di sale, succo di limone e un bicchiere d’acqua. Un piccolo banchetto che serviva per allietare il defunto dopo il lungo viaggio.

Nonostante le differenze tra le città italiane, tutte le tradizioni avevano un minimo comune denominatore: il ritorno dei morti per far visita ai loro cari.

Il torrone a Napoli

‘O Murticciell. È così che viene soprannominato il torrone nella città partenopea. Un tripudio di diversi cioccolati che incontra la croccantezza delle nocciole, il tutto in una forma particolare e indistinguibile: il dolce appare infatti come un lingotto d’oro o, per rimanere in tema, come una bara in miniatura (complice anche il colore marrone del cioccolato che richiama quello del legno). In alcuni casi invece, può capitare di trovarlo con la parte superiore arrotondata, quasi a ricordare la forma di una cupola. Anche le nocciole hanno un loro simbolismo: la loro forma e il loro colore ricordano, infatti, le ossa umane.

Caratteristiche e varianti

Lungo tra i 50 e i 70 centimetri, il torrone dei morti si distingue completamente dal suo omonimo tradizionale: quello partenopeo infatti prevede la totale assenza del miele, sostituito invece dal cacao. A differenza di quello classico poi, che si presenta bianco e duro, quello napoletano è formato da uno spesso rivestimento di cioccolato fondente che racchiude un morbido ripieno di cioccolato e nocciole. Questa la versione originale che però, negli anni, ha subito diverse trasformazioni. Oggi infatti è possibile trovarlo in molte varianti: al caffè, al pistacchio, al cioccolato bianco, con frutta secca e canditi. O anche in versioni più fantasiose come fragola, zuppa inglese, tiramisù o cassata.

In conclusione, quando parliamo del torrone dei morti parliamo di un dolce ricco di storia, ricordi e cultura. Parliamo di uno dei tanti dolci appartenenti alla tradizione partenopea. E come ogni tradizione, va rispettata. È per questo che, ogni 2 novembre, lo troverete sempre sulle tavole di tutti i napoletani.

Il Cioccolato, il cibo degli dei

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il cioccolato dalle mille sfaccettature
I mille usi del cioccolato

La storia:

Cacahuatl, così gli antichi Maya chiamarono una pianta dell’America Centrale i cui semi, una volta abbrustoliti, sbucciati, frantumati e ridotti in polvere venivano bolliti in acqua calda insieme a pepe, peperoncino e zenzero. La bevanda ottenuta, chiamata xocolatl, aveva un  sapore aspro e pungente, offriva  proprietà energetiche e rivitalizzanti, veniva consumata fredda dai sacerdoti durante i riti religiosi e offerta agli dei soprattutto durante le nascite.

Da sempre il cacao è considerato un’alimento prezioso, veniva infatti utilizzato anche come moneta di scambio.

Arrivato in Europa venne subito addolcito con dello zucchero e aromatizzato con spezie più eleganti come la vaniglia. Come si può immaginare era un alimento destinato agli aristocratici e infatti divenne presto simbolo di ricchezza all’interno della borghesia. Solo a seguito della rivoluzione industriale divenne un alimento destinato anche alle masse, miscelato insieme a latte, frutta secca, canditi e aromi, nacquero i primi prodotti dolciari a base di cioccolato.

Raccolta del frutto e lavorazione

La cabossa, frutto dell’albero del cacao, e molto simile ad un melone, questa viene staccata dalla pianta con un machete e aperta già nella piantagione per estrarre le pregiate fave. Queste ultime, insieme alla polpa vengono fatte fermentare per cinque giorni per favorire il drenaggio del succo. A bloccare la fermentazione c’è l’essiccazione al sole che varia dalle due alle tre settimane. Si passa poi alla tostatura, per poi separare il guscio dalla granella, dalla quale si ottiene attraverso una macinazione la cosiddetta Pasta di cacao. Questa e la materia prima da cui, attraverso la spremitura, si ottengono polvere di cacao, burro di cacao, o con l aggiunta di altri ingredienti, il cioccolato.

Le tipologie

Possiamo classificare il cioccolato in base alla percentuale di cacao in: fondente,  extrafondente, al latte, bianco, gianduia (con aggiunta di nocciole).

Molto utilizzato di recente è  il Ruby, dal bellissimo color rosa, dovuto alla presenza di pigmenti contenuti nelle fave di cacao, che si coltivano esclusivamente di Equador, Costa d avorio e Brasile.

Proprietà 

Ormai riconosciuto come potente antiossidante, antinfiammatorio ed antidepressivo naturale, viene consigliato, pur rispettando le dosi giuste, anche da nutrizionisti e dietologi.

Con l’arrivo di una stagione più fresca, il desiderio di una coccola dolce si fa ancora più intenso. Quale migliore prodotto se non il cioccolato incarna questa voglia.

Nei mesi di ottobre e novembre, dopo una breve pausa dalla calda stagione estiva, ricomincia a pieno ritmo la produzione di tavolette, cioccolatini, torroncini, creme spalmabili e chi più ne ha più ne metta. Numerosi sono inoltre gli eventi dedicati al cioccolato, tra cui il più importante è senza dubbio l’ Eurochocolate di Perugia, che quest’anno si terrà dal 15 al 24 Novembre. Meta consigliata ai più golosi che  regala l’opportunità di assaggiare tanti prodotti del territorio umbro e non solo. Impossibile resistere alla tentazione di provarli tutti.