Il cibo nelle tradizioni religiose

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La storia e la religione  sono da sempre legate al cibo.

 Dalla religione Cristiana all’Ebraismo

Le comunità umane costruiscono le loro identità sociali  e culturali proprio intorno al cibo, su ciò che si mangia e che non si può mangiare. Nella storia diversi filosofi hanno scritto concetti sul cibo. Nell’antica Grecia gli dei venivano alimentati durante il sacrificio e anche  durante l’ultima cena, il Signore si dà in pasto, per questo il cibo viene visto come concetto di sacrificio.La quantità di cibo in abbondanza, nel senso negativo del termine, significa togliere cibo agli altri e di conseguenza l’eccesso di cibo diventa peccato.

Cibo come unità di misura

Il cibo usato in maniera smisurata viene visto come un fattore negativo. Il profeta Isaia sostiene che  il cibo è esso stesso un’ unità di misura. Dante manda coloro che mangiano troppo all’inferno e Tullio dice che  chi è magro entra più facilmente nel regno dei cieli.

Cibo e terminologia

Ci sono alcuni cibi come i cereali, la carne e il vino che sono legati ai pasti sacrificali . Nell’antica Grecia il sacerdote era anche il macellaio. Il termine democrazia nasce  proprio a tavola, come la maggior parte di altre terminologie politiche che derivano dal cibo. La stessa parola Partecipazione, significa infatti prendere parte al pasto e anche il termine Princeps deriva dal Primus catere,  ossia colui che viene servito per primo.

Cibo popoli e genere e dieta mediterranea

Il cibo determina le caratteristiche di un popolo e il suo genere, il tutto sempre in maniera religiosa. Pitagora sostiene che la donna predilige la lattuga e non la carne e che questi alimenti siano definiti come alimenti freddi e alimenti caldi. Nasce  quindi la classificazione di alimenti maschili e femminili, rappresentando proprio la differenza dei sessi. La dieta mediterranea ha origini storiche e religiose. Nella Bibbia il Signore disse a Mosè : ecco “sta per piovere il pane” ed è da qui che nasce l’origine della sacralità del pane stesso. Il Pane, l’olio e il  vino sono i tre elementi che hanno il più stretto legame con la religione. Questi tre cibi , ottengono la  denominazione DOC, ossia denominazione di origine consacrata. Il pane è il primo alimento sacro, legato  a Demetra dea della fecondità , divinità della madre terra e del grano, l’olio legato alla dea Athena ed è considerato proprio un dono divino per la sua preziosità e il vino, inteso come prosperità e  portatore di ebbrezza facendo riaffiorare lo straniero che è in noi .

Cristianesimo ed Ebraismo nel cibo

I vari tipi di religione interpretano i cibi proprio in base alla loro storia . Il Cristianesimo è molto più permissivo, l’islamismo ed ebraismo prevedono molte più limitazioni. Questi divieti li si trova proprio nei testi sacri. Nell’Antico Testamento era proibito mangiare la carne con il sangue, perché il sangue raffigurava proprio la vita. Nell’ebraismo c’è una grossa barriera sul cibo, si fa una grande distinzione tra il  puro e l’impuro. Il maiale e tutti gli animali con l’unghia spaccata non si mangiano , così come tanti altri alimenti tra i quali  i molluschi , i crostacei e non si mischia mai la carne con il latte . La tradizione ebraica è molto forte. Il popolo di Israele infatti si mantiene unito anche nella terminologia di alcuni piatti e cibi usando termini ebraici.

Alcune regole della tradizione ebraica e il suo cerimoniale

Nel cerimoniale è molto importante rispettare le regole inderogabili degli ospiti ,quindi comportarsi in maniera coerente in occasione di incontri e cerimonie in ambienti con diversa tradizione e spiritualità. Alcune regole della tradizione ebraica sono quindi fondamentali da applicare, la loro carne deve essere rigorosamente casher che significa idonea come pure il loro vino, ed è molto importante  la fermentazione dei formaggi. Violare le regole alimentari della loro religione fa sentire l’ebreo estraneo alla sua comunità e proprio la diaspora induce a condividere strettamente le regole comuni per rafforzare i legami fra chi è lontano.