Come in ogni ambito, anche in quello enologico si fanno strada nuove tendenze, in risposta a gusti ed esigenze sempre più diffusi. Sentiamo parlare sempre più spesso di vini biologici, vini biodinamici, vini vegan e vini naturali.
Per i vini naturali si tratta di nuova tendenza non tanto dal punto di vista della produzione ma soprattutto dal punto di vista dei consumi, per i quali si registra una crescita costante. I consumatori sono sempre più attenti e sensibili alle tematiche relative alla salute, alla sostenibilità e alla salvaguardia dell’ambiente. In questi vini trovano la risposta alle loro esigenze.
Le origini
Il movimento dei vini naturali nasce in Francia alla fine degli anni 80 e da allora diventa un fenomeno globale. Ma è negli ultimi dieci anni che si sta espandendo in modo significativo, pur restando un fenomeno di nicchia.
I vini naturali e la filosofia green
I vini naturali sono fortemente legati al territorio dal quale hanno origine e alle scelte etiche dei loro produttori, di cui diventano espressione. I vignaioli più che seguire pratiche di produzione, abbracciano uno stile di vita attraverso il quale raccontano chi sono, il loro territorio, la loro tradizione. “Il vino è fatto in vigna”. Ogni vignaiolo infatti, coltiva la sua vigna nel rispetto del suolo e della biodiversità ambientale adottando le pratiche dell’agricoltura biologica o biodinamica, e in cantina, le pratiche enologiche che più si avvicinano a quelle di una volta. Tutto questo, senza rinunciare ad un prodotto di qualità e dalla forte personalità.
Come vengono fatti
Il vino naturale viene prodotto nel modo più “puro” e “naturale” possibile. In tutte le fasi, di coltivazione e di produzione, i vignaioli mettono in pratica le loro scelte.
In vigna: non utilizzano nessun fertilizzante, diserbante o concime chimico. Inoltre non usano processi meccanici, infatti le uve vengono raccolte e selezionate a mano per evitare di danneggiarle. Tutto viene fatto nel rispetto della terra, della pianta a del frutto.
In cantina: non utilizzano processi chimici né fisici. La fermentazione è spontanea e avviene grazie ai lieviti indigeni che si trovano sulle bucce dell’uva. L’anidride solforosa è l’unico additivo aggiunto, ma solo se ritenuto necessario e in quantità molto contenute (massimo 50mg/l). Spesso non viene aggiunta affatto. In questo caso leggeremo in etichetta “senza solfiti”.
Come sono
I vini naturali hanno un legame indissolubile con la natura, non soltanto nelle pratiche di non intervento relative alla loro produzione, ma anche nel gusto. Sono prodotti vivi, che cambiano ed evolvono. Possono presentare imperfezioni più o meno evidenti, ad esempio un colore leggermente torbido, residui in bottiglia o sentori più spinti. Sicuramente non sono adatti a lunghi invecchiamenti e anche da una bottiglia all’altra possono avere delle differenze evidenti.
Normativa
A differenza della Francia, dove esiste la denominazione “Vin méthode nature”, in Italia non c’è ancora una legislazione né un disciplinare che ne regolamenta le fasi di coltivazione e produzione. Alcuni produttori hanno stilato un manifesto dove sono riportare le regole condivise dalle associazioni di viticoltori che scelgono di seguire e applicare un particolare approccio in vigna e in cantina. Le comunità di produttori di vini naturali in Italia sono i consorzi ViniVeri, VinNatur, il movimento TripleA e le associazioni Vi.Te e VAN Vignaioli Artigiani Naturali.