Artigianalità e passione per il vino: abbiamo incontrato “Agnanum”

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Vitigno Agnano
IX Edizione MCME Web Content Edition

Dalla conoscenza di un territorio si possono spiegare buona parte delle caratteristiche di gusto e profumi di un vino. È stato questo uno degli insegnamenti appresi durante la visita nell’azienda agricola Agnanum. Il proprietario e vignaiolo Raffaele Moccia, ci ha accolto nella sua vigna circondata dal rigoglioso paesaggio dei Campi Flegrei. Con calma e disponibilità ha spiegato tutto il lavoro che c’è dietro ad alcuni fra i più conosciuti vini della Campania.

Il nostro dovere è rispettare e portare avanti il lavoro di quelli che ci hanno preceduto“. Si concentra in queste parole di Raffaele l’importanza di portare avanti un tipo di allevamento artigianale su un territorio storico vocato alla coltivazione della vite, come quello che abbiamo avuto modo di conoscere. Moccia ci ha spiegato che è un territorio complesso quello da cui attinge la sua produzione di vino. Per la cui produttività è indispensabile l’intervento manuale del contadino: dalla lavorazione del terreno a terrazzamenti, alla cura degli innesti fino all’individuazione dei punti in cui il terreno accoglie maggior quantità di acqua piovana. Quest’ultimo è un dettaglio interessante: individuando i punti della collina a maggior raccolta d’acqua durante le piogge, si effettuano dei solchi nel terreno, chiamati “catene”, che permettono di approvvigionare il suolo durante i periodi meno piovosi o addirittura di siccità.

Sono tutte tecniche determinanti per il buon nutrimento della pianta della vite, in grado di dare grappoli d’uva dalle caratteristiche organolettiche varie e che assimilano tutte le sfaccettature dei campi in cui sono nate. Il Piedirosso e la Falanghina che Raffaele ci ha fatto assaggiare, parlano proprio delle colline dei campi Flegrei. Sono “vini territoriali“, ci ha spiegato. Legati al preciso territorio da cui provengono, questi vini portano con se un’irripetibilità che li rende ancora più interessanti.