Il marchio di origine europeo e italiano: quali sono le differenze?

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Il marchio di origine europeo e italiano
Esempi di prodotti sui quali è possibile attribuire il marchio di origine

Quante volte abbiamo letto su un prodotto italiano le scritte DOP, IGP, DOC, ma cosa sono esattamente? Non sono altro che marchi di origine, ovvero dei marchi di qualità che certificano dei prodotti che hanno determinate caratteristiche qualitative e/o che sono stati realizzati seguendo determinati procedimenti. I marchi di origine però si dividono in marchi Ue e IT, vediamo le differenze:

Marchio di origine europeo

L’Ue per promuovere e tutelare i prodotti agroalimentari ha creato con il Regolamento
CEE n. 510/06 i seguenti marchi:

  • DOP – Dominazione di origine protetta: prodotti la cui produzione, trasformazione ed elaborazione avvengono in un’area geografica specifica. Se solo uno dei processi non avviene nella stessa area, allora non si può parlare di prodotto DOP. Un esempio di prodotto agroalimentare DOP è il prosciutto di Parma che è prodotto, trasformato ed elaborato in un’area della provincia di Parma posta a sud, a 5 km dalla via Emilia e fino a un’altitudine di 900 metri, delimitato a est dal fiume Enza e a ovest dal torrente Stirone.
  • IGP – Indicazione geografica protetta: prodotti agroalimentari la cui produzione, trasformazione o elaborazione avviene in un’area geografica determinata. Basta che almeno uno degli stadi elencati avvenga in una zona specifica per ottenere il marchio IGP. Un esempio di prodotto IGP è il lardo di colonnata che viene prodotto a Colonnata, frazione del comune di Carrara, ma la carne suina proviene da altre regioni italiane.
  • STG – Specialità tradizionale garantita: valorizza una composizione tradizionale del prodotto o un metodo di produzione tradizionale, ma a differenza dei primi due non fa riferimento ad un’origine. Esempio lampante è la pizza napoletana che ha determinate fasi di lavorazione.

Marchio di origine IT

A differenza dei marchi di origine Ue, quelli di origine IT contraddistinguono solo i vini di qualità, e si dividono in:

  • DOCG – denominazione d’origine controllata e garantita: l’imbottigliamento deve avvenire nella zona di produzione e in recipienti di capacità inferiore a cinque litri. Un esempio è il Fiano di Avellino realizzato da uve del vitigno Fiano, prodotte a nord di Avellino e nella zona che si estende fino ai confini della provincia di Benevento.
  • DOC – denominazione d’origine controllata: vini di qualità originari di zone limitate richiamate nel nome del vino. Un esempio è il Sangiovese di Romagna le cui caratteristiche chimiche ed organolettiche rispettano determinati requisiti.
  • IGT – indicazione geografica tipica: vini realizzati in aree ampie come ad esempio il Vallagarina che è prodotto nella zona di Trento e nella provincia di Verona.

L’Italia trionfa come paese europeo con il maggior numero di prodotti a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’Unione europea. Infatti, parliamo di 320 prodotti DOP, IGP, STG e 526 vini DOCG, DOC, IGT.