Il Flamenco, un Condimento per l’Anima

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Esiste una genuina relazione tra gastronomia e musica in base alla quale è proprio quest’ultima a condizionare la nostra percezione dei sapori. L’arte arriva all’anima, la ascolta e con un incantesimo inganna i sensi tutti, magicamente, squisitamente. Questa forma d’arte si chiama Flamenco ma potrebbe chiamarsi anche storia di Persone, di Culture, di Sentimenti e affonda le sue radici nella Tradizione musicale ovvero gastronomica  dei Mori e del popolo Ebraico proprio come le affonda nella Terra, quella di Siviglia e della sua Andalucia, calpestata da una Corrida, figlia di una tauromachia che viene da lontano, ventre passionale ed emozionale che riesce a toccare le note più profonde del nutrimento. Nell’Aria, quella accarezzata da un ventaglio e pizzicata dalle mani come corde di una chitarra; nell’Acqua, il cui canto vitale evoca quello spettacolo di piedi, gonne e mantòn che istintivamente colleghiamo alla folcloristica paella, cugina sorella o amante del nostro risotto, del Pilaf turco e del Biryani indo-pakistano. Nel  Fuoco, la cui fiamma alta serviva ai gitani a cucinare prodotti a costo e chilometro zero per realizzare piatti solidi e forti destinati a combattere il grande nemico freddo ma, soprattutto bollenti perché quelle verdure, quei ceci, quel riso, quegli stufati dovevano evocare la potenza degli incendi, la stessa che ritroviamo nei loro vini, dominati da un demone-chef-coreografo  che a volte si chiama Rabbino e consente loro di definirsi Kasher o Kosher, altre volte si chiama Duende e consente al Flamenco di non essere definito. Nella ricetta che sazia anche il cuore, il coreografo propone artisti al sentore, o meglio, al soprannome di cibo, sfumati in un menù completo che va dai pesci più ricchi “Camaron”, “El Cigala”, al gazpacho artistico di “Tomatito”, “Habichuela” e “Perejil”, passando per molluschi maestri come “Caracol” e terminando dolcemente con “Chocolate”: come una danza prescritta per l’anima, seminata con l’arte e condita a suon di nacchere.

Innamorata del Mondo e dell’Italia, dei suoi diversi territori, delle storie e dei prodotti che li caratterizzano, amo viaggiare, scoprire, imparare ed emozionarmi e, proprio per questa passione, sono attualmente iscritta al secondo livello del corso per Sommelier della Fisar e al master in Comunicazione Multimediale dell'Enogastronomia presso l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Dinamica ed ambiziosa laureata in Scienze del Turismo per i Beni Culturali ( laurea triennale e specialistica conseguite con il massimo dei voti e lode), ho maturato esperienze nel settore del turismo, dell’arte e degli eventi, inclusa l'organizzazione di serate di degustazione e di convegni universitari. Ho arricchito il mio bagaglio personale e professionale ( e continuerò a farlo) con una serie di corsi di formazione legati ai temi del marketing, della clientela estera, dell’Europrogettazione. Grande capacità di adattamento a nuovi ambienti e di flessibilità in contesti multiculturali maturata grazie a due esperienze all’estero, l’Erasmus e il Leonardo da Vinci, entrambe svolte a Siviglia, città spagnola alla quale sono particolarmente legata anche perchè sono una ballerina ed una insegnante di flamenco, un’arte che ho la fortuna di poter trasmettere (con diversi ed idonei approcci) ad allievi di differenti fasce di età.