Lo scorso 16 Novembre al Teatro Regio di Parma è stata presentata la 63esima Guida Michelin.
Un bel traguardo per il nostro Paese che si posiziona secondo al mondo per numero di stellati con 356 ristoranti, rispetto ai 343 dell’edizione precedente.
Salgono a nove (dagli otto della guida 2017) i ristoranti premiati con le tre stelle Michelin. A conquistare per la prima volta la terza stella è Norbert Niederkofler del ristorante St. Hubertus di San Cassiano (Bolzano) che si affianca agli altri otto grandi nomi della ristorazione italiana.
Piazza Duomo ad Alba (Cn), chef Enrico Crippa
Da Vittorio a Brusaporto (CampaniaBg), chef Chicco Cerea
Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio / Runate (Mn), chef Nadia Santini
Le Calandre a Rubano (Pd), chef Raffaele e Massimiliano Alajmo
Osteria Francescana a Modena, chef Massimo Bottura
Enoteca Pinchiorri a Firenze, chef Annie Feolde e Riccardo Monco
La Pergola a Roma, chef Heinz Beck
Reale a Castel di Sangro (Aq), chef Niko Romito
La regione con il maggior numero di stelle è la Lombardia, con 58 ristoranti stellati, seguita dal Piemonte e dalla Campania, che si conferma patria della buona cucina: 6 ristoranti a due stelle, 35 a una stella per un totale 41 ristoranti stellati. In generale, il Nord la fa da padrone, con 156 ristoranti tra Piemonte, Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige, mentre balza all’occhio il numero esiguo di stelle presenti in alcune regioni come la Puglia e la Sicilia. Sono stati tanti i protagonisti di questa 63esima edizione e tra questi c’è sicuramente Enrico Bartolini, per tutti ormai l’ “uomo a cinque stelle”. Bartolini, toscano di 38 anni, è riuscito infatti a conquistare Cinque stelle Michelin per quattro ristoranti in due anni. Una menzione particolare va riservata anche a l’enfant prodige della cucina made in Italy, Lorenzo Cogo che a 27 anni ha conquistato la sua prima stella. Dopo aver girato il mondo, lo chef veneto ha saputo farsi strada con il suo ristorante El Coq di Marano Vicentino (10 tavoli e fresco di restyling) che si distingue per il suo stile personale, creativo, “istintivo”, come ama definirlo lui.
Ma non sono mancati i colpi di scena. La decisione di togliere una stella, che passa da due a una, al “Ristorante Cracco” (Milano) di Carlo Cracco è sicuramente l’argomento più chiacchierato. E così, ecco che la star più mediatica dell’alta cucina italica, il ‘Carlo nazionale’, viene bocciato a pochi giorni dall’apertura del ‘Garage Italia Customs’ con Lapo Elkann. La reazione dagli utenti sui social non si è fatta attendere: unanime l’opinione secondo cui troppa televisione e poca cucina hanno portato lo Chef ad “allontanarsi” dal suo lavoro.