La pastiera napoletana è il dolce pasquale per eccellenza, ricco di storia e di tradizione.
Le mille varianti della ricetta della pastiera
La pastiera è l’unico dolce che conserva una dimensione puramente casalinga. La si trova in vendita ovunque e fatta alla perfezione. La pastiera, quella vera di tradizione, va fatta in casa! Nessuna pastiera sarà mai uguale ad un’altra. C’è chi preferisce prepararla alta, chi bassa, chi con grano passato a metà o per intero, chi profumata con acqua millefiori. Cè chi la prepara con o senza crema pasticciera, chi con involucro di pasta frolla sottile oppure più spessa, chi con ricotta fine o più granulosa, chi con canditi. A Pasqua la pastiera proprio per le sue personalizzazioni nella preparazione, genera veri e propri dibattiti familiari. Ogni famiglia è proprietaria del brevetto “pastiera”e della propria formula segreta . La ricetta di questo dolce pasquale infatti si tramanda generalmente in famiglia, con i suoi segreti e i suoi misteri.
Storia, mito e leggenda della pastiera
La Pastiera prima di tutto questo suo ben parlare, è il dolce più ricco di storia. La leggenda risale alla sirena Partenope, la quale trovava dimora nel golfo di Napoli e in primavera, con il suo canto deliziava il popolo. Si narra che sette fanciulle le offrirono sette doni della natura: il grano cotto nel latte, simbolo del mondo animale e vegetale, la ricotta simbolo di abbondanza , le uova simbolo di fertilità, la farina come ricchezza, l’acqua di fiori simbolo della Campania e dell’arrivo della primavera, lo zucchero simbolo della dolcezza del canto della sirena e le spezie simbolo dell’accoglienza dei popoli. L’antica leggenda sostiene che gli Dei poi riunirono e mescolarono opportunamente tutti questi ingredienti e ne derivò questo miscuglio favoloso, dal quale nacque la “pastiera”. Esiste poi anche un’altra leggenda, quella di alcuni pescatori che, a causa dell’improvviso maltempo, sopravvissero in mare così tanto tempo, perché avevano potuto mangiare la pasta di ieri, fatta con aggiunta di ricotta, uova, grano ed aromi. La storia invece dice che l’invenzione del dolce, risale al XVI secolo, molto probabilmente come una sorta di pizza, tra il rustico e il dolce. La ricetta fu elaborata dalle monache rinchiuse nel monastero di San Gregorio Armeno a Napoli. Tra le infinite storie della pastiera, si dice anche che Maria Teresa d’Asburgo, seconda moglie di Ferdinando II di Borbone, soprannominata la regina che non sorrideva mai, assaggiando una fetta di pastiera, non poté far a meno di emanare un gran sorriso e da allora nacque il detto napoletano “magnatell’ na risata” (ossia mangiati una risata , fatti una risata).