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A Identità Golose con Longino & Cardenal

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Identità Golose è la mecca della gastronomia, tappa obbligatoria per gli addetti ai lavori e appuntamento imperdibile per gli appassionati.

È in questo straordinario contesto che facciamo la conoscenza di Riccardo Uleri, amministratore unico della Longino & Cardenal, il loro pay off aziendale è “Cibi rari e preziosi”.

Ci fa accomodare al loro stand e inizia a spiegarci la storia dell’azienda.

Parola d’ordine: altissima qualità

Nata nel 1988, l’azienda viene rilevata dal signor Uleri nel ’93. “L’idea è quella di scovare in giro per il mondo prodotti già esistenti” – racconta Uleri – “portarli in Italia e distribuirli alla ristorazione specializzata e di qualità“.

Degli oltre 4500 ristoranti che riforniscono però, non tutti sono stellati, vi sono anche trattorie e pizzerie che utilizzano i loro prodotti: dal caviale più pregiato agli insaccati selezionati, il comune denominatore di ognuno di loro rimane l’altissima qualità.

Prodotti di Punta e progetti per il futuro

Alla domanda “Quali sono i vostri prodotti di punta?“, la risposta è stata quella di un padre che ama indistintamente tutti i propri figli, ossia nessun prodotto è secondario e tutti sono egualmente importanti.

Tuttavia non ci ha nascosto che il nuovo prodotto in catalogo, il Glacier 51 Toothfish, un pesce oceanico pescato a 4000 Km a largo delle coste australiane e a 2000 mt di profondità, sia quello verso cui stanno spingendo maggiormente in questo momento.

Riguardo i progetti per il futuro dell’azienda, Uleri non ha dubbi: “crescere, espanderci e accrescere il nostro catalogo, perché il mondo è pieno di prodotti meravigliosi tutti ancora da scoprire“.

Maiestas, Rosolio

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Il Rosolio è una bevanda alcolica largamente diffusa in tutto il territorio ed ottenuta grazie all’infusione in alcol di petali di rosa. Si utilizza il Rosolio anche per la preparazione di altri liquori.

Nel corso della sua storia ha trovato ampio spazio sia nella cultura enogastronomica italiana, sia nel cinema, che nei capolavori della letteratura come ”Le avventure di Pinocchio”, romanzo scritto dal celeberrimo autore Fiorentino Carlo Collodi.

Ha origine antica. Da quando a fine ‘600 inizia ad essere presente nei mercati lo zucchero adeguatamente raffinato, ingrediente accessibile pure dalle suore.

La leggenda vuole che siano state proprio loro per la prima volta a preparare la bevanda. Da lì a poco il Rosolio diventa l’elisir preferito da offrire agli ospiti importanti.

Insomma, una bevanda zuccherina dal grado alcolico moderato e dal gusto morbido, che ha conquistato la stima di professionisti e appassionati, onore del made in Italy nel mondo.

Molino Quaglia e il biologico che rispetta chi lavora, a Identità Golose

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Varietà di materie prime, assaggi di prodotti ricercati e tante storie di passione per il lavoro nell’agroalimentare da ascoltare. Sono questi i tratti che delineano Identità Golose 2018, l’evento milanese dello scorso 3 marzo dedicato al mondo del cibo e alle persone che ogni giorno lavorano per produrre cultura e stile di vita attorno alla tavola. Fra i vari stand in sala c’era un angolo dedicato alla farina Molino Quaglia che attira l’attenzione con i suoi pani appena sfornati.

Tutti giovani e impeccabili nella loro divisa bianca da lavoro, i tecnici del molino dispensano informazioni sui prodotti della linea di prodotti Petra per la quale lavorano, ma anche idee per il futuro e l’importanza del concetto di biologico. Parlando con alcuni di loro scopro che il Molino Quaglia, prima che un marchio di farina è un progetto che vede l’attenta selezione dei grani italiani, la valorizzazione del territorio e del lavoro degli agricoltori.

“È un concetto di rispetto per la terra, l’ambiente e per la qualità del lavoro delle persone che ogni giorno producono con amore, svolgono il lavoro nei campi come atto d’amore. Una ricompensa personale che nasce dall’orgoglio di aver svolto bene il proprio lavoro oltre all’attenzione per la qualità da offrire al consumatore” ha spiegato un tecnico del Molino.

Una combinazione di sani principi, questi appena delineati, che si riflettono anche sul prodotto finale: il pane prodotto con farina Molino Quaglia, infatti, è “naturale, nutriente e, naturalmente, buono”, ci tengono a sottolineare i ragazzi.

 

La ragazza nel bosco, Antonia Klugmann

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Chiudete un attimo gli occhi. Provate a immaginare una ragazza di venticinque anni che lascia l’università per fare tutt’altro, per inseguire il suo sogno. Poi il vuoto. Il silenzio di un incidente in auto che la imprigiona in un letto: mancava tanto così, rifacciamo tutto da capo.

Cominciano le passeggiate nei prati, nei boschi, lungo i fiumi. La convalescenza prosegue bene, ma non è questo il punto: il punto è che quei momenti fatti di odori, di sapori, di conoscenza della materia prima selvatica, ci ricordano ancora una volta la forza della donna, la forza di Antonia Klugmann.

Dopo una gavetta fatta tra ristoranti rinomati ed il suo Antico Foledor Conte Lovaria a Pavia di Udine, apre nel 2014 il suo gioiello nel bosco, l’Argine a Vencò.

Porta la botanica a tavola ingentilendola sugli “spatzle” (gnocchetti di farina di grano tenero) al tarassaco, gioca con la rapa su più livelli di importanza, dai ravioli ripieni di patè di fegato, passando al cervo accompagnato dalla brovada (tipico piatto friulano costituito da rape macerate nelle vinacce), senza dimenticare il creme caramel di topinambur.

La ritroveremo a inizio marzo a Milano a Identità Golose, uno degli eventi culinari di maggior prestigio a livello nazionale, pronta a raccontarci cosa significa per lei il fattore umano, tema della manifestazione.

Proprio lei, la ragazza che ci ha sempre creduto e che ora è diventata simbolo di rivolta gastronomica del mondo femminile, un mondo da cui tutti noi possiamo solo imparare.

Renato Miraglia

L’Arte dell’Ospitalità a Identità Golose 2018

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Il Fattore Umano è il tema di quest’anno a Identità Golose 2018.
“Viviamo in un’epoca dove è più facile avere lo sguardo rivolto a uno schermo piuttosto che verso il viso di una persona” premette Paolo Marchi, patron e ideatore del più celebre congresso gastronomico italiano, “Il fattore umano vuole mettere al centro le relazioni umane, l’uomo-chef e i suoi collaboratori, dalla cucina alla sala, fino al rapporto con i clienti e prima ancora con i fornitori”. L’idea è quella di valorizzare il lavoro e l’impiego sul campo, la convivialità del cibo e l’empatia col cliente. L’arte dell’ospitalità sarà, dunque, uno degli argomenti centrali, con appuntamento il 5 Marzo alle ore 13 in Sala Auditorium, dove introducono e moderano Paolo Marchi e Matteo Lunelli con interventi di Massimo Bottura, Will Guidara e Josep Roca. Ricco il parterre dei relatori con i grandi della ristorazione italiana ma anche internazionale con super ospiti stranieri.

Ospitalità e “rifiugio” dopo il Trekking. Ecco “Cammina, Molise!”

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Avete mai sentito parlare di turismo di esperienza? Si tratta di iniziative che propongono ai turisti non solo di vedere nuovi posti, ma di viverli attraverso attività che coinvolgono in esperienze di viaggio e di vita. Preziose occasioni di crescita culturale e personale a pieno contatto con la natura: un esempio lo abbiamo in Molise ed esiste dal 1995. Si tratta di Cammina, Molise!: è un progetto che promuove l’escursione trekking come attività di conoscenza e promozione del territorio.

Sono passati oramai 23 anni da quando l’associazione La Terra, composta da giovani molisani residenti a Roma, festeggiava la nascita del mensile La Vianova con un’escursione fatta interamente a piedi dalla Capitale fino ai territori del Molise: si arrivava a Duronia, in provincia di Campobasso. Il pellegrinaggio ebbe successo e fu riproposto in estate negli anni a seguire: si era intuito che il lungo cammino aveva introdotto un nuovo modo di concepire il turismo in Molise; aggregativo, esplorativo ed efficace strumento di promozione delle bellezze regionali, molto spesso sconosciute.

I percorsi itineranti sono aumentati nella piccola regione e sempre più persone ogni anno aderivano all’iniziativa. Ai momenti di avventura durante il cammino, in posti naturali ameni ma affascinanti, si alternano esperienze di grande ospitalità presso le locande dei piccoli borghi. Qui gli escursionisti possono assaggiare prodotti tipici per rifocillarsi dalla fatica del viaggio a piedi e sperimentare il lato più umano ed enogastronomico del Molise: è una regione ricca di tradizioni, anche culinarie.

Questi i tratti di ogni percorso di viaggio organizzato da Cammina, Molise!: per l’edizione di quest’anno si prevedono quattro giornate di escursione attraverso le terre a ridosso dei monti del Sannio Pentro, proseguendo per la vallata del Trigno: naturale confine fra Abruzzo e Molise. Partenze nella prima metà di agosto 2018.

Per ottenere maggiori dettagli sul programma e l’itinerario, visitare la pagina del sito www.laterra.org.

Una dolce sfida a Identità Golose 2018

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Il popolo Maya lo chiamava “bevanda degli dei”, gli Aztechi lo usavano come moneta, le Università americane più illustri pensano che allunghi la vita. Protagonista già dai tempi antichi, il cioccolato da sempre è stato considerato un alimento che solleva il cuore e alimenta l’anima. Ed è per questo che Identità Golose 2018 gli ha riservato uno spazio anche quest’anno: infatti, il Dossier Dessert, che avrà luogo sabato 3 marzo alle ore 14, oltre agli interventi di grandi pasticceri come Luca Sacchi e Ascanio Brozzetti, ospiterà la finale italiana del concorso Valrhona C3. La quinta edizione della “Chocolate Chef Competition” vede come ingrediente principale MANJARI 64% puro Madagascar – tradotto “bouquet” dal dialetto della splendida isola – un cioccolato profumato con un tocco di acidità e spiccate note di frutti rossi. Verrà premiata dalla giuria dell’Ecole Du Grand Chocolat Valrhona, scuola internazionale cioccolatiera, la ricetta più originale e creativa. Aspettiamo con ansia il nome che volerà a Brooklyn per una dolcissima finale nella Grande Mela, attesa per ottobre 2018.

Identità golose 2018: Il Fattore Umano

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Dal prossimo 3 al 5 marzo, presso il centro Congressi in via Gattamelata a Milano (quartiere Portello),  si terrà a Milano il congresso di alta cucina Identità Golose 2018. Nell’epoca in cui viviamo siamo più abituati a vedere lo schermo di un computer rispetto al volto di una persona: ecco perché il tema principale della quattordicesima edizione sarà il Fattore Umano, con un particolare accento sulle relazioni tra uomo e chef.
A quest’evento parteciperanno grandi chef da tutta l’Italia, tra cui Carlo Cracco, Massimo Bottura, Niko Romito, Antonia Klugmann e Davide Oldani.
Dalla Campania andranno in trasferta nomi come Franco Pepe (di Pepe in grani, Caiazzo); Livia, Alfonso e Francesco Iaccarino (Don Alfonso 1890, Sant’Agata sui Due Golfi-Napoli); Francesco e Salvatore Salvo (pizzeria Francesco&Salvatore Salvo a San Giorgio a Cremano, Napoli).

 

Massimo Bottura: lo chef stra-ordinario

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Filosofo, visionario, riconosciuto dal mondo come il più celebre e impegnato chef del panorama italiano e internazionale, Massimo Bottura è l’uomo che non ha mai smesso di sognare e che con i suoi sogni è arrivato in vetta senza mai però staccare i piedi da terra.

Ha condotto numerosi progetti a sfondo sociale tra cui uno dei più importanti è il Refettorio Ambrosiano nato in occasione dell’Expo 2015 il cui tema era Nutrire il Pianeta e Massimo ha pensato che il modo migliore per dare il suo contributo era quello di utilizzare gli esuberi di cibo dei supermercati e di altri fornitori locali per offrire pasti sani e stagionali a persone in difficoltà.

Il Refettorio Ambrosiano è diventato un libro: “Il pane è oro – ingredienti ordinari per piatti straordinari“, che raccoglie ricette di pasti di tre portate ideati da lui e da alcuni degli chef più grandi al mondo come Alain Ducasse, Carlo Cracco, Davide Oldani e Ferran Adrià che con ingredienti umili hanno creato piatti straordinari.

Bottura anche quest’anno sarà presente a Identità Golose e interverrà sul tema della 14esima edizione Il Fattore umano.

L’intento sarà quello di invitare a scoprire il piatto oltre lo schermo dello smartphone da cui tutto sembra bello,  e cercare di capirne la vera essenza, lo chef che l’ha creato e tutti coloro che lo circondano durante il suo lavoro, dallo staff in cucina al personale di sala, dai fornitori ai clienti.

Ulteriore invito sarà quello di porre attenzione su ciò che accade a tavola, l’unico posto in cui, quasi sicuramente, le relazioni umane avvengono e si sviluppano senza ricorrere all’utilizzo di internet.

Italia, cibo e… Donna Sophia

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” Tutto quello che vedete lo devo agli spaghetti “.
Ha rappresentato la donna di casa e la diva, la musa e la madre, l’umile e la regina del grande schermo. Probabilmente è stata la capostipite delle attrici con la passione per la cucina o perlomeno quella che ha pubblicato un libro di ricette all’apice del successo.

Era il lontano 1971 quando Sophia Loren usciva in una veste inedita, con il libro “In cucina con amore”. Il libro racchiude una selezione di ricette di primi piatti tradizionali e creativi che esprimono la sua essenza, la sua semplicità, le sue origini, i punti fermi della sua vita. Tutte ricette vecchio stampo ma sempre attuali.

Il libro anticipava il trend delle star e starlette di Hollywood interessate all’arte dei fornelli. Attraverso di lei l’Italia ha avuto un volto, un corpo, una personalità emozionante con cui incantare il mondo.
Roberto Benigni ha detto di lei: ” E’ molto bella, molto italiana. Quando si muove, quando cammina è l’Italia che si sposta. Vedete muoversi la Sicilia, la Toscana, la Lombardia e poi Milano, Firenze e Napoli, ma anche il Colosseo, la pizza, la pasta, gli spaghetti, Totò, De Sica, Mastroianni”.

Vive tutto in lei, anche se la sua terra è soprattutto Napoli. Tutto in lei parla della città partenopea: i gesti, la voce, il dialetto, l’ironia, la fierezza.
Per quel che è stato e per quel che sarà, dunque grazie Donna Sophia.