Era Apicio, il gourmand romano del I secolo che ha coniato la frase <<Mangiamo prima con i nostri occhi>>. Mangiare con gli occhi è un’espressione d’uso comune che, solitamente, si riferisce all’attività di guardare qualcuno con desiderio, amore o avidità. Il meccanismo che lo permette è molto concreto, si trova nel cervello e stabilisce una comunicazione diretta fra i centri che controllano la vista e quelli che regolano l’appetito. Ma cosa accade quando mangiare con gli occhi non è l’unico passaggio, quando cioè l’immagine non stabilisce una relazione con il cibo ma è il cibo stesso? Che gusto ha quello che noi vediamo? La disposizione degli elementi deve costituire una sorta di mamma ai fini della degustazione, deve cioè istruire all'”uso” di ciò che mangeremo. La visione del cibo, pertanto, gioca un ruolo determinante nel giudizio che si dà al sapore di una pietanza.
Colori da bere e da mangiare
Mangiare è una delizia per tutti i sensi. Gli odori che senti mentre aspetti il tuo piatto, che fanno venire l’acquolina in bocca. I bei colori, l’aspetto del piatto e come ti viene servito. I sapori che senti quando mangi. Un buon pasto può deliziare tutti i sensi. Anche l’atmosfera nei ristoranti può cambiare il modo in cui reagisci al cibo. Sarah Browner di Innova Market Insights ha dichiarato a Food Navigator: “Il colore è un fattore chiave per l’acquisto di cibo. C’è un numero crescente di prodotti alimentari e bevande incentrati su sforzi colorati per distinguersi sullo scaffale”. A differenza di altri ambiti merceologici, il colore delle confezioni alimentari indica spesso anche la fascia di prezzo; di solito i prodotti costosi sfoggiano tinte unite e ricercate come i famosi macarons della pasticceria Ladurèe.
Image from Ladurèe
Fame visiva: Instagram e il food
Mangiare prima con gli occhi. Forse si ha fame o forse no, ma in entrambi i casi spesso si vede qualcosa e immediatamente si pensa: “lo mangerò”. Sono i nostri occhi a fare da guida, le nostre lingue semplicemente seguono. L’esposizione visiva alle immagini può anche generare sazietà.
Secondo Jan Chozen Bays, l’autrice di Mindful eating esistono 9 tipi di fame, una di queste è la fame visiva ovvero quella fame che induce a mangiare il cibo che attira lo sguardo e si presenta bene. Instagram rappresenta per il cibo un ristorante a cielo aperto: il cibo deve essere buono, catturare l’attenzione dei followers, fare tendenza ed essere instagrammabile. Viviamo nell’era del Snap it before you eat it per cui prima di scegliere un prodotto o un ristorante in cui consumare la nostra prossima cena, ci lasciamo ispirare dai contenuti che troviamo sui social. I social media hanno pressato le aziende alimentari affinchè generino prodotti che possano essere idonei per Instagram.
Image from foodlifestyle.it