E se in un ristorante vi servissero una cavalletta fritta, come reagireste?
In un Paese come il nostro, in cui la cucina è sacra, probabilmente molto male. Ma anche i più affezionati ai “pranzi della nonna” dovranno rassegnarsi.
Da un paio di anni infatti La FAO ha lanciato il programma Edible insects per promuovere la diffusione dell’entomofagia, cioè la pratica di mangiare insetti, già seguita da circa 2 miliardi di persone nel mondo, principalmente in Asia, Africa e America Centrale. Se, come stima la stessa FAO, la popolazione mondiale raggiungerà i nove miliardi entro il 2050, gli insetti potrebbero diventare un’importante fonte di cibo, sia per la loro ricchezza nutrizionale (proteine, acidi grassi essenziali, minerali, vitamina B12), sia perché allevare insetti ha un impatto molto più basso dell’allevamento di polli o di bovini. L’emissione di gas-serra legata all’allevamento di insetti è 10-100 volte più bassa delle forme più diffuse di allevamento, inoltre per produrre un chilo di cavallette servono due chili di mangime contro gli otto chili necessari per un chilo di carne di manzo.
Sembra quindi che gli insetti rappresentino la nuova frontiera del cibo e il nostro Bel Paese non ha tardato ad adeguarsi. Dal primo gennaio infatti gli insetti potranno essere serviti sulle nostre tavole in virtù de il nuovo regolamento Ue sui novel food :sarà possibile considerare gli insetti come nuovi alimenti, quindi produrli e venderli anche in Italia. Si potranno mangiare grilli (per esempio al curry o al cocco), millepiedi, vermi giganti, cavallette, tarantole, scarabei, ma anche bachi da seta, farfalle e cimici.
Ma, sempre secondo un’indagine di Coldiretti, il 54% degli italiani è contrario e considera l’alimento estraneo alla cultura alimentare nazionale, mentre sono indifferenti il 24%, favorevoli il 16% e non risponde il 6%.Pochissimi, in particolare, i favorevoli alla possibilità di mangiare insetti interi. Maggiore invece la disponibilità al consumo di prodotti che contengono insetti nel preparato, come la farina di grillo o quella di larve. In Italia il mercato dei prodotti contenti farine derivanti dagli insetti è in crescita, anche se in misura minore rispetto agli altri Paesi europei.
In Svizzera ad esempio già da un anno la catena di supermercati Coop ha lanciato una linea di prodotti a base di insetti che va dagli hamburger alle polpette. L’azienda ha tenuto a precisare che oltre all’apporto di vitamine, proteine, minerali e grassi insaturi perfetti per aggiungersi ed integrarsi all’interno della dieta mediterranea anche il gusto non deluderà; il sapore delle locuste ad esempio può essere paragonato a quello del pollo.
Per cui niente paura, basterà solo farci l’abitudine e magari tra un paio d’anni la nonna a Natale preparerà la lasagna al ragù di grillo.