Lezione dal contenuto emozionale quella svolta con Dario Laurenzi, concetto centrale nel suo lavoro di consulente enogastronomico.
Il valore di un piatto non è più un condimento eventuale, ma l’ingrediente che gli conferisce senso, ed è su questa strada che il consiglio si trasforma in fatturato. L’architettura della ristorazione viene creata dalle sue fondamenta seguendo le classiche 4P (Product-Price-Place-Promotion) ma edificandosi con prospettiva, poiché lo sviluppo di nuove realtà ristorative è tale solo se relazionato al contesto. Osservare il piatto e non vederne i confini è la giusta via per disegnare le traiettorie innestate nella memoria del cliente.
Qualità diviene sinonimo di benessere, e va a tratteggiarsi nei cambiamenti socio-culturali che superano la circonferenza del piatto ma ne seguono la scia. Cogliere le dinamiche contrattuali, in quel Geomarketing che ne stabilizza la portata consente di valutare stili di vita, orari e ritmi lavorativi, approcci culturali che, vincolati dal territorio, condizionano la merce sugli scaffali.
Conoscenza è la parola chiave per varcare la memoria del cliente senza forzarne la serratura. Uscire ormai non equivale più a mangiare del cibo, ma ascoltare storie su quel cibo, che assume così un’identità. Così venire incontro alle esigenze del cliente significa riuscire a soddisfare i bisogni che lo fanno stare bene. E ciò si rende possibile inquadrandoli in categorie di mercato: componenti di servizio, esperienziali, ludiche.
Lo stesso piatto può cambiare nella mente delle persone a seconda del contenuto di valore dato a un prodotto. La fidelizzazione non è più utopia se alla mutevolezza della realtà si coniuga un locale camaleontico, senza l’assurda pretesa di cambiare il cliente, ma solo la saggia scelta di comprenderlo. Questa la formula dietro un Business Plan, che segue le logiche di una realtà duttile, con la consapevolezza che anticipare i trend è previsione ma non certezza. Porsi degli obiettivi diventa il motore da cui trarre una direzione del progetto e diramarla in fase analitica, concettuale, progettuale, esecutiva: la composizione esperienziale fuori dal piatto in cui far emergere reminiscenze emozionali invisibili in esso.
Fonte immagine: Anton Ego in Ratatouille (copyright Pixar 2007)
Grazie fabiana del bel pezzo scritto , un pezzo vero in cui ho visto i miei pensieri e punti di vista….
Siete un bel gruppo ragazzi, la strada è lunga e anche in salita….ma é quella giusta!!!
A presto.
Grazie a lei per la istruttiva lezione di vita che ci ha dedicato e per il suo ottimismo, la fiducia per noi è un incitamento centrale in questo momento!