A Sud c’è una donna. E’ napoletana. E’ cuoca. E’ tanto pacata quanto è la sua giovane determinazione. Si chiama Marianna Vitale: una a cui piace che si dicano le cose per quello che sono, non per quello che non sono.
“Parliamo di quello che è, non di quello che non è.” M. Vitale
Figlia dei colori e dei suoni forti di Porta Capuana, storico quartiere partenopeo di passaggi e scambi, fin dalla tenera età si è impregnata dei buoni odori della cucina di nonna, e di quella del padre, anche lui cuoco. Ha studiato letteratura spagnola, quindi accompagnato gente per le pittoresche vie della sua città, e deciso di cogliere la prima (prestigiosa) padella al balzo: nel 2008 fiancheggia Lino Scarallo a Palazzo Petrucci, interiorizzando, giorno dopo giorno, input culinari semplici ma dall’alto profilo. E da lì inizia a coltivare, non troppo timidamente e con estrema cura, la volontà di raccontare una storia tutta sua. Sfidando le barriere periferiche, le previsioni pessimistiche dei più, e una concorrenza che non c’è, perché l’approdo avviene in uno di quei luoghi in cui, si potrebbe dire, anime culinarie ‘non tradizionali’ come la sua non sono nemmeno contemplate.
Le porte di Sud Ristorante si aprono dunque e comunque, tra quei palazzoni trascurati e i cigli di strada dismessi di Quarto di Marano, nella Napoli dei Campi Flegrei. Richiamando a sé indistintamente appassionati e avventori del vicolo più vicino come della città più remota. Da allora, da quel 2009 così vicino e al tempo stesso così lontano, la affianca fedelmente nel progetto Pino Esposito, muro portante in sala, nonché ottimo sommelier. Negli spazi a vista che ospitano i suoi fornelli Marianna fa crescere una cucina napoletana che è (e non che non è). Che bandisce ristrutturazioni e rielaborazioni puntando piuttosto, e per fortuna, sull’integrità dei sapori. Tutti netti e riconoscibili nella loro meridionalità, e altrettanto freschi e colorati nel loro abito contemporaneo. C’è tanto di mare e tanto di vegetale a Sud. C’è tanta precisione, nelle misure, nelle scelte degli equilibri. Ne è l’esempio uno dei suoi calibratissimi ‘spaghetto’, in cui si fondono assetti pensati e intonati: una pasta dal corpo nervino, come solo le ottime prassi di cottura comandano, avvolta e conquistata dal riccio di mare, e saggiamente rinfrescata da una doppia acidità di mozzarella e limone. Da provare sia per piacere che per dovere gastronomico.
La sensazione, confermata da una breve e piacevole chiaccherata, è che questo spaghetto, come tutto il resto, a Sud, sia volutamente familiare, accessibile. Ma in primis che non vi sia il desiderio, e tanto meno la necessità, di ‘marchiarsi’ con una differenza di genere, bensì di portare a tavola il meglio della napoletanità.
Quei classicissimi confronti tra chef donna e chef uomo, in cui ci si imbatte il più delle volte oggigiorno, per gridare all’eccezionalità del caso, sono errori di superficialità e di ‘comodità narrativa’ che calcano su una disuguaglianza che di per sé non esiste. Ecco perché abbiamo preferito non parlarvi di questo, ma di ciò che sono Sud e Marianna Vitale: due belle storie da raccontare.
Giulia Zampieri
Sud Ristorante
Via S. Pietro e S. Paolo, 8 Quarto (NA) Tel. 081 020 2708