Il Gazpacho di Pedro Almodóvar

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“Pomodoro, cetriolo, peperone, cipolla, una punta d’aglio, olio, sale, aceto, pane secco e acqua. Il segreto è mescolare bene.” Così Pepa (Carmen Maura), protagonista del film “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” di Pedro Almodóvar, rendeva omaggio nel 1988 al Gazpacho, recitando quella che sarebbe passata nella storia del cinema, come la sua ricetta più famosa.

Tipica zuppa fredda spagnola, originaria dell’Andalusia, il Gazpacho, lo si può assaggiare  in diverse serie televisive (ad esempio Red Dwarf, Will&Grace), in una puntata de I Simpson e in alcuni film soprattutto italiani come Olè o Maschi contro femmine, ma è nel cinema di Almodovar che trova il suo abbinamento più idoneo, facendosi gustare e facendoci degustare un rinfrescante sorso di cultura popolare. Infatti, il carattere eterogeneo dei suoi film ben si sposa con quel mix di verdure tritate e frullate, differente in tutte le case proprio perché saldamente ancorato alla tradizione popolare e, allo stesso tempo, universalmente riconosciuto come sedativo efficace e ritemprante di quei sentimenti intensi e quasi isterici che ritroviamo nella protagonista del film così come nel Gazpacho stesso.

 Pepa, con la sua ricetta deliziosa almeno quanto diabolica,  traghetta chi ha intorno in una realtà parallela che è quella delle donne che come lei perdono l’uomo che amano e che per questo rasentano la nevrosi. Il mescolare forte ed espressivo di quella che potrebbe essere una pozione stregata poco segreta visto che ne svela il trucco,  serve a esorcizzare quel dolore e soprattutto a saziare la sua fame di condivisione della pena. Dunque Pedro Almodovar e il suo gazpacho o viceversa in una ricetta normale e prestabilita, ricca di ingredienti previsti e tradizionali, come anestetico di una passione che è evaporata, non priva però di quella componente indesiderata che ti condanna ad assaporare il sonno; un tipo di cinema svariato e mescolato al punto giusto e per bene, magari, si spera, senza l’aggiunta di sonnifero.

 

 

Innamorata del Mondo e dell’Italia, dei suoi diversi territori, delle storie e dei prodotti che li caratterizzano, amo viaggiare, scoprire, imparare ed emozionarmi e, proprio per questa passione, sono attualmente iscritta al secondo livello del corso per Sommelier della Fisar e al master in Comunicazione Multimediale dell'Enogastronomia presso l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Dinamica ed ambiziosa laureata in Scienze del Turismo per i Beni Culturali ( laurea triennale e specialistica conseguite con il massimo dei voti e lode), ho maturato esperienze nel settore del turismo, dell’arte e degli eventi, inclusa l'organizzazione di serate di degustazione e di convegni universitari. Ho arricchito il mio bagaglio personale e professionale ( e continuerò a farlo) con una serie di corsi di formazione legati ai temi del marketing, della clientela estera, dell’Europrogettazione. Grande capacità di adattamento a nuovi ambienti e di flessibilità in contesti multiculturali maturata grazie a due esperienze all’estero, l’Erasmus e il Leonardo da Vinci, entrambe svolte a Siviglia, città spagnola alla quale sono particolarmente legata anche perchè sono una ballerina ed una insegnante di flamenco, un’arte che ho la fortuna di poter trasmettere (con diversi ed idonei approcci) ad allievi di differenti fasce di età.