“Quando ho saputo che il tema di quest’anno sarebbe stato il viaggio ho pensato: è proprio adatto a me”. Con quest’affermazione Cristina Bowerman racconta l’importanza del viaggio nella sua cucina.
Chi, se non lei, può interpretare il tema del viaggio della tredicesima edizione di Identità Golose?
Il suo viaggio personale è cominciato in Puglia, luogo natio, dove ha conseguito la laurea in Giurisprudenza; arriva in California per continuare gli studi forensi, ma finisce per sposare la cucina in Texas. Dopo l’esperienza americana ritorna a Roma, dove trova la gloria al Glass Hostaria ricevendo la Stella Michelin.
La “rockettara” della cucina italiana ha dato un’altra mission all’arte culinaria: la legalità.
“Il viaggio è il più grande antidoto per guerre e razzismo- racconta- è accettazione della differenza, accettazione dell’altro”. Si parte da differenze di base come il sesso, perché le caratteristiche di una cucina non dipendono da un fattore genetico ma dal background personale di un individuo. Il cibo è uno strumento che ti permette di conoscere e comprendere un’espressione culturale di un popolo in un preciso momento storico; la cucina diventa uno strumento di uguaglianza e democrazia.
Cristina Bowerman ha presentato una doppia idea di food travel che passa tra l’Oriente e il Messico: Brodo di Pollo e Coda alla Vaccinara. Piatti semplici della tradizione, ma rivisitati con ingegno e creatività; contaminazioni non solo negli ingredienti ma anche nelle tecniche di cottura che devono essere rintrodotte nelle nostre culture.
La Cina in un brodo preparato con una cottura a vapore definita distillazione grazie all’utilizzo di una speciale pentola in ceramica chiamata “Human Cot”, riprodotta fedelmente da un artigiano italiano, che permette di cuocere la carne con il processo della condensazione.
Assonanze tra Mole e Coda alla vaccinara: due piatti geograficamente opposti ma simili negli ingredienti, nella tradizione e nella chimica. Il ricordo del Messico in un piatto povero della cucina romana, ormai in via d’estinzione, ma che viene riproposto da Cristina in chiave moderna riuscendo a dare vita alla staticità della tradizione.
Viaggiare per poi ritornare a casa, riproducendo un’esperienza di un piatto straniero, rendendolo un piatto italiano.